17/12/2019

Premier finlandese, parla De Mari: «Cresciuta da due donne? Non conoscere il proprio padre è sempre un’“amputazione”»

La recente elezione della nuova premier finlandese ha suscitato il plauso e l’euforia di molti liberal europei. Progressista, donna, 34 anni, cresciuta da due donne: Sanna Marin ha tutte le carte in regola per lasciarsi incensare acriticamente dalle vestali del politicamente corretto. Per di più, il suo governo è sostenuto da cinque partiti, tutti guidati da donne, due delle quali sotto i quarant’anni. Un cambiamento che, tuttavia, per usare un eufemismo, lascia molto perplessa Silvana De Mari. Interpellata da Pro Vita & Famiglia, la scrittrice e medico mette in guardia: una politica troppo sbilanciata in rosa rischia di procurare scompensi come la scarsa difesa del territorio. Anche il fatto che la neopremier finlandese sia stata cresciuta da due donne (molti media hanno impropriamente parlato di «due madri») è tutto, tranne che un motivo di esaltazione.

 

Dottoressa De Mari, l’affermazione di Sanna Marin alle elezioni in Finlandia ha riacceso il dibattito sulla partecipazione delle donne in politica e sulle “quote rosa”. Per molti tale cambiamento è un segnale positivo. Qual è la sua opinione?

«Parto da una constatazione di carattere scientifico. Il cervello maschile e quello femminile sono molto diversi. Il cervello femminile è meno competitivo: ci sono eccezioni a riguardo ma sui grandi numeri questa differenza è rilevabile. I maschi sono più attenti a difendere il territorio, le femmine più attente all’accoglienza. Tengo a precisare che è giusto che le donne si impegnino in politica ma è altrettanto giusto che ci arrivino per capacità proprie, non per mezzo di “quote protette”. Una persona ha diritto di votare per chi vuole lui, non per qualcuno che debba essere obbligatoriamente di un altro sesso. Con le quote rosa rischiamo di selezionare donne dal curriculum pari a zero o a poco più di zero, che vengono scelte solo perché donne. Inoltre, come sostiene anche il filosofo Pascal Bruckner, l’eccessiva femminilizzazione dei governi europei sta portando ad una pericolosa prevalenza dei valori femminili (tra cui l’accoglienza) sui valori maschili come la difesa del territorio. Se da un lato, un governo eccessivamente maschile rischia di essere sbilanciato su concetti come la difesa del territorio e di interpretarli in maniera aggressiva, un governo eccessivamente femminile, al contrario, rischia di non difendere il territorio e un popolo senza territorio si candida a diventare un popolo di schiavi e un popolo di morti. Faccio l’esempio del governo svedese, composto da molte donne, le quali, quando vanno a parlare con gli imam, si coprono il capo, proprio perché le donne non sono propense a difendere il territorio. Il capo scoperto delle donne occidentali è un territorio da difendere ma le donne del governo svedese non lo fanno».

È stata fatta molta retorica anche sul fatto che la premier finlandese è stata cresciuta da due donne…

«Il fatto che questa signora sia stata educata in maniera brillante da due donne, non elimina il fatto che le sia stato sottratto il padre, che lei non sappia nulla di metà della sua ascendenza, che non abbia idea da dove vengano la forma delle mani e la forma degli occhi. Ricordo sempre che mio suocero è stata cresciuta da due uomini che lo amavano moltissimo: il padre e il fratello maggiore. La madre era morta dandolo alla luce. L’hanno allevato in maniera eccellente, è diventato un uomo forte ed equilibrato. Lui, però, mi ha sempre raccontato come da bambino aspettasse, contando i giorni, la domenica, quando il babbo lo portava a messa: dietro la chiesa, c’era il cimitero, dove lui poteva toccare con la mano la lapide della mamma. La mamma era morta ma non era stata cancellata. Lui della mamma aveva la lapide, le sue foto in casa, i parenti dal lato materno. Dalle foto del matrimonio, da come il padre guardava la madre, aveva appreso che gli uomini amano le donne. Se a una persona viene cancellata metà della genealogia, questo crea sofferenza. Ciò non vuol dire che questa persona non possa diventare brillante, magari anche capo di stato. Non vuol dire che questa persona non possa avere molto affetto per la propria madre e per la compagna della propria madre. Ciò non toglie che sia stata compiuta una “amputazione”».

Altro motivo di esaltazione per i progressisti: Sanna Marin è il più giovane premier d’Europa. È un fatto positivo la forte partecipazione dei giovani alla sfera politica?

«Una persona anziana coltiva la propria memoria storica. Quando mi dicono che gli anni ’50 erano un incubo per le donne, posso rispondere con cognizione di causa perché in quegli anni c’ero, non li ho studiati su un libro. Inoltre, per il fatto di essere al mondo da molto tempo, ho dovuto compilare un gran numero di dichiarazioni dei redditi e solo compilando la dichiarazione dei redditi una persona si rende conto di quello che sta succedendo. Come scriveva il filosofo francese Ellull la scuola è una potenziale fucina di dittature, perché è facile condizionare gli studenti. Le persone giovani, appena uscite dalla scuola sono persone molto facilmente condizionabili e, oltretutto, non hanno mai compilato una dichiarazione dei redditi. Personalmente aumenterei l’età minima del voto a 21 anni e l’età minima per diventare deputato almeno a 45 anni».

 

di Luca Marcolivio

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