16/12/2021 di Luca Volontè

Polonia. Proposta per migliorare l’informazione digitale medica, ma gli abortisti insorgono

La Polonia sta progettando di introdurre un registro unico delle gravidanze e degli aborti spontanei o provocati che entrerebbe in vigore nel gennaio 2022.

Questa misura, per monitorare gli aborti e riuscire così a venire incontro alle donne e stare loro accanto, per prevenire questa pratica, anziché essere accolta con entusiasmo, è stata accompagnata dalle “preoccupazioni” degli attivisti per i diritti delle donne, terminologia eufemistica per descrivere gli abortisti.

In realtà, la proposta di legge del Governo fa parte di un ampio progetto per aggiornare il sistema di informazione medica in Polonia. "Si tratta di controllo, si tratta di assicurarsi che le gravidanze finiscano con la nascita", ha detto Natalia Broniarczyk, un'attivista di Aborcyjny Dream Team (associazione abortista) al settimanale polacco Gazeta Wyborcza. Ma non erano le abortiste che desideravano proteggere la salute delle donne anche dagli aborti clandestini? Il Ministero della salute polacco ha negato con forza che il progetto possa portare ad un registro centralizzato della gravidanza, i cambiamenti sono semplicemente parte di un progetto di digitalizzazione ad ampio raggio che aggiornerà il modo in cui i dati su una moltitudine di condizioni di salute dei cittadini, comprese le allergie. Tra l’altro, i medici hanno sempre avuto informazioni sulle gravidanze, ma sinora tutte le informazioni erano memorizzate su carta dagli ospedali, piuttosto che digitalmente dalle amministrazioni centrali.

C’è solo da far notare, particolare sfuggito ad abortisti e accademici, che la Polonia ospita in questi giorni il Summit dell’ONU sugli usi di internet per i benessere dei cittadini. Gli attivisti dell’aborto però temono che il progetto di digitalizzazione e il nuovo progetto di istituire un "istituto statale per la famiglia e la demografia" siano due pericolose proposte ‘oppressive’ della libertà delle donne, oppressive perché contrarie all’aborto libero in modo indiscriminato.

Anche in questo caso, in realtà, l'istituto avrebbe lo scopo di monitorare la politica familiare, esprimere pareri sulla legislazione ed educare i cittadini sul "ruolo vitale della famiglia per l'ordine sociale" e l'importanza culturale e sociale della "riproduzione" nel contesto del matrimonio. Oltre alle femministe abortiste, una certa preoccupazione per la nascita dell’istituto per le politiche familiari e demografiche è stato espresso anche dalla Accademia delle Scienze che ha rilasciato una dichiarazione in cui si esprime la preoccupazione che le "iniziative pro-nataliste" abbiano la precedenza sulla ricerca scientifica dell'istituto. Insomma, due buone iniziative per diffondere la conoscenza della salute dei cittadini e per verificare l’efficacia delle politiche familiari e demografiche, che però trovano pregiudizi e suscitano contrarietà tra gli abortisti. Tutti impauriti di perdere il proprio ruolo, più che di contribuire al bene di donne e alla natalità del paese.

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