16/07/2021 di Manuela Antonacci

Piacenza, assessore stoppa spettacolo diseducativo e pericoloso di una Drag Queen

Invadere gli spazi pubblici e imporsi ai cittadini, che siano d’accordo o no, come ben sappiamo, è uno dei principali obiettivi della colonizzazione ideologica in corso. Ed è così che, dopo la trovata delle panchine arcobaleno a Bergamo e a Roma, ora arriva anche lo spettacolo di drag queen in un luogo pubblico, di proprietà del Comune.

È ciò che si è cercato di imporre a Piacenza dove oggi, 16 luglio, si sarebbe dovuto svolgere proprio la suddetta performance, per di più in un centro di aggregazione giovanile della città, lo Spazio 4. Ovviamente c’è chi, non sentendo affatto rappresentato il comune sentire di tutti i cittadini, ha protestato vivamente.

 In particolare, l'assessore alle politiche giovanili della Lega, che ha sottolineato come questo tipo di esibizione non c’entrerebbe nulla con la missione educativa di un centro giovanile comunale. È seguita, poi, la comunicazione al gestore della struttura del divieto: "La parte dell'evento che prevedeva l'esibizione delle drag queen – ha specificato l'assessore - non è stata autorizzata in quanto la manifestazione si tiene all'interno di un centro di aggregazione comunale, affidato tramite concessione con obiettivo principale quello di essere un centro educativo: l'iniziativa non è quindi coerente con le finalità dello spazio comunale".

Non è mancata la replica degli organizzatori dello spettacolo che hanno cercato di farlo passare come un'esibizione artistica innocente "per conoscere il mondo delle Lgbt" in modo ironico, specificano nella loro locandina, per ricordare la lotta contro le discriminazioni nel 1969. “Prendiamo tristemente atto dell'ordine del Comune, peraltro firmato da un dirigente comunale; nessuno della Giunta ha avuto il coraggio di metterci la faccia ufficialmente".

 Gli organizzatori Arcigay Piacenza Lambda hanno commentato così il veto del Comune. Eppure tanta costernazione e tanto rammarico non emerge mai, quando ad essere danneggiata è la libertà di opinione altrui, ad esempio quando viene imposta la censura alle iniziative (affissioni, camion vela ecc.) delle associazioni prolife, spesso contestate proprio dalle organizzazioni LGBT.

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