Abortire all’ottavo mese. Questa è una cosa che anche i più accaniti abortisti difficilmente riescono a difendere. Invece è quello che è accaduto in Provincia di Pescara dove una ragazza ventenne, sposata in via di separazione con un marocchino, ha ucciso il proprio figlio in una struttura non accreditata dal servizio sanitario nazionale, occultandone poi il corpicino.
Indagini in corso, curate dai Carabinieri di Penne, ma i dati sarebbero ormai acclarati, anche grazie al lavoro dei Ris di Roma.
Quando si pensa ai criminali che riescono ad uccidere a sangue freddo dei bambini strappandoli dal ventre materno la mente volta a disperse comunità cinesi, in cui la legge del figlio unico è divenuto ormai consuetudine. Purtroppo la crudeltà esiste ovunque. Con la differenza che in Cina queste pratiche avvengono contro la volontà della madre.
Redazione