12/01/2014

P.P. Pasolini – Aborto, sesso e potere

Sono traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio. Nei sogni e nel comportamento quotidiano io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là io ero esistente.

Mi limito a dire questo perché a proposito dell’aborto ho cose più urgenti da dire. Che la vita sia sacra è ovvio: è un principio ancor più forte di qualsiasi principio della democrazia, ed è inutile ripeterlo.

La prima cosa che invece vorrei dire è questa: a proposito dell’aborto (…) i radicali e tutti gli abortisti democratici più puri e rigorosi si appellano alla Realpolitik e quindi ricorrono alla prevaricazione cinica dei dati di fatto e del buon senso.

Se essi si sono sempre posti anzitutto (…) il problema di quali siano i principi reali da difendere, questa volta non l’hanno fatto.

Ora, come essi sanno bene, non c’è un solo caso in cui i principi reali coincidano con quelli che la maggioranza considera i propri diritti. Nel contesto democratico si lotta, certo, per la maggioranza, ossia per l’intero consorzio civile, ma si trova che la maggioranza, nella sua santità ha sempre torto: perché il suo conformismo è sempre brutalmente repressivo.

Perché io considero non reali i principi su cui i radicali e in genere i progressisti (conformisticamente) fondano la loro lotta per la legalizzazione dell’aborto?

Per una serie caotica, tumultuosa ed emozionante di ragioni. Io so intanto, come ho detto, che la maggioranza è già tutta per la legalizzazione dell’aborto (…). L’aborto legalizzato è infatti -su questo non c’è dubbio- una enorme comodità per la maggioranza. Soprattutto perché renderebbe ancora più facile il coito, a cui non ci sarebbero praticamente più ostacoli.

Ma questa libertà (…) questa meravigliosa permissività, da chi è stata tacitamente voluta, tacitamente promulgata e tacitamente fatta entrare in modo ormai irreversibile nelle abitudini? Dal potere dei consumi, dal nuovo fascismo. Esso si è impadronito delle esigenze di libertà, diciamo così liberali e progressiste, e facendole sue le ha vanificate, ha cambiato la loro natura.

Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità della vita del consumatore.”

(P. P. Pasolini, da “Saggi sulla politica e sulla società”)

Pier Paolo Pasolini, personaggio certamente non inquadrabile nella macro categoria dei promotori di una piattaforma esistenziale tradizionalista, si rivela -come del resto in altre occasioni- un attento osservatore di un contesto sociale che dava i primi pesanti cenni di cedimento.

Lungi da prendere a modello la sua persona e la sua storia personale, forse un piccolo ragionamento può e deve esser posto in essere nei confronti di una realtà che manifestamente cozza contro il buon senso e la legge naturale, discrasia talmente evidente e palpabile da essere scorta e messa all’indice addirittura da un personaggio come Pasolini.

Redazione

 

Blu-Dental

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.