27/10/2015

Omosessualismo – Chi vuole il male per le persone LGBT?

Nei moderni corsi di “educazione” sessuale, ideologizzati dal gender e dall’omosessualismo,  si insegna, anzi – si deve insegnare, è parte del programma – che l’omosessualità è naturale, normale (ricordiamo che non tutto ciò che esiste, anche fosse molto comune, è naturale o normale. Per esempio, le persone che nascono senza braccia scrivono con i piedi: ciò non vuol dire che sia normale né naturale scrivere con i piedi).

Non vogliamo, però, in questa sede tirare in ballo l’etica. Vogliamo parlare di “diritto alla salute” delle persone con tendenze omosessuali (anche se il “diritto alla salute”, per certi versi, è assurdo: si può avere diritto alle cure, ma non si può pretendere, realisticamente, il diritto a non ammalarsi...). Comunque va tanto di moda sbandierare il “diritto alla salute”, in tutte le salse: ci adeguiamo alla neolingua, per questa volta.

Ebbene insegnare che i rapporti omosessuali sono normali lede il diritto alla salute delle persone con tendenze omosessuali e delle nuove generazioni.

Omosessualismo e  diritto alla salute degli omosessuali

Le malattie sessualmente trasmissibili, che nei Paesi sviluppati, guardando i numeri in assoluto, sono “sotto controllo” stanno riproponendosi in modo endemico in alcuni ambiti. Dove? Nelle comunità LGBT.

I dati relativi ai problemi psicologici sono ancor più preoccupanti. Uno studio del 2006, sponsorizzato dal Governo, su quasi 6.000 adulti e pubblicato su Archives of General Psychiatry (Sandfort, Theo GM, et. Al., “Comportamento sessuale omosessuale e disturbi psichiatrici,” Archives of General Psychiatry, Journal of American Medical Association) ha rilevato che rispetto agli uomini eterosessuali, gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini hanno:

  • 727 % in  più probabilità di sviluppare disturbi bipolari, ad un certo punto della loro vita;
  • 620 % in più probabilità di sviluppare disturbi ossessivi-compulsivi;
  • 421 % in più probabilità di soffrire di attacchi di panico;
  • 235 % in più probabilità cadere in depressione.

Rispetto alle donne eterosessuali, le donne che hanno rapporti sessuali con altre donne hanno:

  • 405 % in più probabilità di diventare dipendenti per abuso di alcol o droga;
  • 241 % in più probabilità di soffrire di disturbi dell’umore;
  • 209 % in più probabilità di soffrire di due o più disturbi mentali.

Insomma, i ricercatori concludono che le persone con un comportamento omosessuale sono a maggior rischio di disturbi psichiatrici.

Naturalmente si dirà che questi disturbi dipendono da omofobia interiorizzata e omofobia della società. Eppure lo studio è stato condotto nei Paesi Bassi, la nazione più tollerante e gay friendly del mondo, a detta degli stessi attivisti LGBT.

Per coloro che persistono a negare anche l’evidenza scientifica, perché di parte, potrà essere utile apprendere il dato di fatto dalle parole di un noto attivista gay.

In Canada, dove il matrimonio gay ​​è stato legalizzato nel 2005, l’attivista per i diritti LGBT Gens Hellquist, morto nel 2013, aveva chiesto uno stanziamento più cospicuo di denari pubblici per l’assistenza sanitaria della comunità LGBT.  Aveva dichiarato:”I problemi di salute che interessano i queer canadesi comportano un’aspettativa di vita più bassa rispetto alla media canadese, il più alto tasso di suicidio, i più alti tassi di abuso di sostanze, di depressione, accesso inadeguato alle cure,  e di infezione HIV.

Ha rilevato anche che tra i problemi di salute endemici alla comunità LGBT ci sono i più alti tassi di cancro anale, al seno, orale.

Ha concluso: “Ora che possiamo sposarci, non abbiamo risolto i nostri problemi. Molte delle morti che si verificano nella nostra comunità non vengono notate. Ma quelli di noi che sono a lavorare in prima linea le vedono e io sono stanco di guardare la mia comunità morire“.

omosessualita_omosessualismoAnche Hellquist attribuiva la pessima salute delle persone LGBT all’omofobia. Ammesso e non concesso che il Canada fosse più omofobo dell’Olanda, ci risulta difficile comprendere come l’omofobia possa causare il cancro anale ... Insomma, noi torniamo a ribadire che – a prescindere dalle considerazioni morali – la pratica dell’omosessualità fa male alla salute. I veri omofobi sono coloro che nascondono questi problemi alle persone LGBT. Sono come chi pretendesse di negare che il fumo fa male.

Omosessualismo e  diritto alla salute delle nuove generazioni

Ancor più grave, poi, è inculcare la normalizzazione dei comportamenti omosessuali alle nuove generazioni. Eppure l’omosessualismo sottende i moderni corsi di “educazione” sessuale che devono essere impartiti nelle scuole di tutto il mondo. 

Sono  promossi dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, anche nei Paesi in via di sviluppo, con il ricatto, come condizione per ottenere aiuti.

Questa educazione sessuale “abusiva” è ancora radicata sulle ricerche di Alfred Kinsey, noto per avere molestato sessualmente i bambini (più di 2000, anche neonati) per i suoi esperimenti. La dottoressa Judith Reisman, che ha dimostrato il lato oscuro delle ricerche di Kinsey e la scarsa attendibilità dei risultati dei suoi Rapporti, sostiene che Kinsey (che da bambino subì egli stesso abusi e soffriva di disturbi del comportamento gravi – si masturbava fino a farsi del male) è uno dei tanti psicopatici che esasperano le concezioni freudiane sulla sessualità dei bambini e sostengono, come molti teorici della pedofilia, che i bambini fin da piccoli sono soggetti sessualmente maturi e eroticamente smaliziati: saremmo noi adulti che li “educastriamo” (termine usato da Mario Mieli). Mieli_ omosessualismo_pedofilia

Insomma, l’omosessualismo fa male agli omosessuali. L’omosessualismo è il vero portatore di omofobia. E ai ragazzini bisogna lasciarli stare: al momento e nel luogo opportuno – diverso per ciascun bambino – i genitori sapranno spiegare la bellezza del corpo sessuato, la funzione degli organi sessuali e la complementarietà tra maschio e femmina, che davvero è naturale e che serve a dare forza generativa all’amore.

Francesca Romana Poleggi

Fonte: LifeSiteNews

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