30/03/2015

Nord Europa: ideologia gender nelle agenzie governative

Il mainstreaming gender è presente nell’agenda governativa di tutti i paesi nordici, anche se con condizioni differenti.

E’ usato come strategia per raggiungere obiettivi di parità di genere e tutti i paesi nordici aderenti all’Unione Europea hanno dovuto ratificare le regole per la parificazione di genere dal 1997, con la Norvegia che ha seguito queste regole per propria scelta, non essendo un Paese aderente all’UE.

“Non è sufficiente alzarsi una mattina e dire che ti senti una femminista. Un governo femminista deve fare la prima mossa e portare avanti le proposte” ha detto il ministro svedese per la parità di genere Åsa Regnér alla conferenza che si è tenuta a Stoccolma il 4 marzo.

Trecento persone, inclusi 40 direttori generali di alcune tra le più grandi agenzie governative svedesi, si sono riuniti alla conferenza per dare inizio all’espansione del “gender mainstreaming” nel programma delle agenzie governative.

BludentalRegnèr sostiene che le agenzie governative giocano un forte ruolo in Svezia rispetto alle loro simili in altri paesi, dunque è fondamentale che si connettano alle policy di parificazione di genere proposte dalla nazione.

Il progetto è iniziato nel 2013 ed era seguito da 18 agenzie governative ma ora se ne stanno aggiungendo altre 23, tra le quali si annoverano alcune delle più importanti a livello nazionale. Nei prossimi quattro anni, inoltre, il Segretariato svedese per le ricerche di genere assisterà le agenzie selezionate nel loro lavoro di parificazione di genere.

Una ricerca, richiesta dal governo danese, ha concluso che la Svezia ha fatto il più grande investimento in questo campo di tutta l’area nordica. In Svezia, la parificazione di genere ha una priorità centrale ed i progressi sono continuamente misurati.

Ricordiamo che in Svezia, nelle agenzie governative (oltre che negli asili d’infanzia, come Egalia) è ordinariamente utilizzato il termine “hen” per indicare genere neutro e non maschile o femminile.

Annamari Asikainen, del Ministero degli affari Sociali e Salute finlandese, ha un’opinione positiva dell’iniziativa del governo svedese. D’altra parte anche la strategia di parificazione di genere attuata dal governo finlandese ha raggiunto una valutazione molto positiva dall’istituto europeo per la “gender equality”. “Stiamo facendo la cosa giusta con risorse limitate” prosegue poi il ministro.
La legislazione per la parità di genere in Finlandia richiede a tutte le agenzie pubbliche di promuovere attivamente politiche di parificazione ed ogni ministero ha un gruppo di “gender equality” che supporta le agenzie governative nei propri rispettivi campi.
Askainen prosegue dicendo che anche l’agenzia finlandese per il pubblico impiego ha fatto grossi passi in avanti in su questa strada, istruendo il proprio staff a considerare meglio gli aspetti di parificazione di genere nel loro lavoro. “E’ per rompere definitivamente la segregazione di genere nel mercato del lavoro” conclude il ministro.
Anche la legislazione norvegese richiede alle agenzie pubbliche di promuovere la parificazione di genere ma, come succede in finlandia, Lise Østby, del “Directorate for Children, Youth and Family Affairs” lamenta che le risorse per farlo sono limitate.

La Norvegia ha dunque tre fondazioni private che offrono consulenze e consigli nell’area del gender mainstreaming. Il “Centre for Equality” nella città di Hamar è uno di questi. Il direttore Signe Opsahl dice che le pubbliche amministrazioni hanno buone ambizioni quando si pongono il problema della parificazione di genere, ma la necessaria conoscenza e le strutture per lavorare sono generalmente mancanti e si propone di fornirle.

Anche se, dopo l’inchiesta di Harald Eja, e gli studi relativi alle preferenze dei lavori maschili e femminili, in Norvegia i finanziamenti per l’Istituto di parità di genere sono stati moto ridimensionati

I paesi nordici, con la Svezia in testa, sono in prima fila nella battaglia per la “gender equality”, visto che in questo paese sin dall’asilo, infatti, la scuola ha responsabilità legale su questo tema.

L’indottrinamento di genere delle giovani generazioni viene attuato in tutti i campi, da quello scolastico a quello ludico. Nel dicembre 2012, è stata lanciata una campagna per combattere la tradizionale distinzione tra giocattoli “maschili” e “femminili”, attraverso la promozione di reparti di genere neutri all’interno degli spazi commerciali.

Tra le imprese “gender-friendly” vi sono marchi importanti come Tesco, Sainsbury, Morrisons, Boots ed altri. Marks & Spencer si è spinto anche oltre, cambiando direttamente le etichette dei propri giocattoli per essere di genere neutro.

FONTI: Genus.Se;  Corrispondenza Romana

Luca Travaglia

 

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