29/10/2022 di Fabrizio Cannone

Non si può criticare la teoria del gender al Campidoglio?

Ieri, 28 ottobre, si è tenuto un importante convegno dal titolo “Il rischio educativo nel linguaggio dei media”. Organizzato dall’associazione “Non si tocchi la famiglia”, coordinata dalla docente Giusy D’Amico, ha avuto come relatori Emanuele Boffi, direttore del mensile Tempi, Massimo Gandolfini, neuropsichiatra e presidente del Family Day e Paolo Scapellato, psicologo e psicoterapeuta.

Al convegno, che doveva affrontare tematiche legate alla teoria antiscientifica del gender e ai rischi, oggi innegabili, della transizione sessuale, hanno aderito tante associazioni, cattoliche e laiche. Tra esse, l’Osservatorio di bioetica di Siena, CitizenGo, la rivista Tempi, il comitato Ditelo sui tetti, l’Associazione medici cattolici italiani (Amci), la francese Observatoire La Petite Sirène e infine i Genitori De Gender.

Quello che però ha fatto notizia è stata la vera e propria censura che si è abbattuta su questo convengo che, infatti, si sarebbe dovuto tenere al Campidoglio, nella Sala della Protomoteca, da tempo richiesta dal consigliere comunale Fabrizio Santori. E invece la sala è stata vietata, per le pressioni ideologiche di chi ha evidentemente paura che si parli del gender, in particolare l’Ufficio Lgbt di Roma Capitale, diretto da Marilena Grassadonia, ex presidente di Famiglie Arcobaleno.

Il convegno, dunque, si è spostato nella non lontana Sala Baldini di piazza Campitelli. Secondo Giusy D’Amico, responsabile dell’associazione organizzatrice, «Sembra proprio un boicottaggio silenzioso del nostro evento». Il quale, per la verità, non aveva nulla di politico o di partitico, ma solo «lo scopo di offrire una riflessione ampia, pacata e scientifica sulle dubbie modalità con cui spesso vengono accompagnate le richieste di transizione di genere». Richieste che «coinvolgono tanti minori e anche le loro famiglie».

Si potrebbe notare che molti uomini di scienza e di ragione, di diversa sensibilità e credo religioso, rifiutano il negazionismo sulla (nefasta) teoria gender e lo riconoscono come un vero pericolo, specie se inculcato in modo soft fin dalle scuole primarie. Giuliana Ruggieri, presidente dell’Osservatorio di bioetica, afferma sdegnata che «il boicottaggio del Campidoglio e le assurde accuse che ci sono giunte da alcuni esponenti dello staff di Gualtieri naturalmente non ci fermano».

Pro vita e famiglia, pur non facendo parte delle associazioni promotrici, ha espresso la sua piena solidarietà ai convegnisti. Inaccettabile e vergognoso, invece, il comportamento di coloro che inneggiano al dialogo, alla tolleranza e all’apertura di mente, ma poi hanno queste propensioni alla censura e all’esclusione. Specie verso chi, con scienza e coscienza, vuole offrire un aiuto concreto ai «genitori di bambini e ragazzi con disorientamento di genere».

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.