Non passa l’agenda a contenuto LGBT inizialmente proposta per essere consegnata nelle classi di quinta elementare dei comuni ticinesi di Lugano e Tresa. La decisione da parte delle amministrazioni comunali è arrivati tra fine agosto e i primi di settembre, dopo l’inevitabile polemica politica che la proposta di adozione del diario ha suscitato all’interno di partiti e di gruppi familiari contrari.
Quello che non è andato giù è stato l’inserimento di due pagine sull’identità di genere all’interno dell’agenda. “No alla propaganda LGBT” è stato il succo delle proteste sollevate a seguito della proposta.
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Così, alla fine, il Municipio di Lugano, come già fatto da Tresa, ha optato per la non adozione dello strumento scolastico incriminato. Una soluzione che ha così evitato l’indottrinamento gender nelle scuole a circa 500 bambini. Ufficialmente, come riportano i quotidiani locali, la scelta perché gli insegnanti non avrebbero ancora gli strumenti per affrontare questo tipo di temi con gli alunni.
Stesso provvedimento dunque anche a Tresa mentre Locarno, investita anch’essa della faccenda, avrebbe deciso per una soluzione meno incisiva: diario consegnato alle famiglie, compito loro decidere se farlo tenere ai figli oppure no.
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Da registrare che le agende scolastiche vengono consegnate ai Comuni ma non è obbligatorio per gli stessi utilizzarle. Da tenere a mente, qualora la scusa per introdurre l’ideologia nelle scuole da parte di qualche politico o partito politco o dirigente scolastico, fosse già pronta.