20/06/2025 di Luca Marcolivio

«Nessuno chiede di morire». La testimonianza di una volontaria in un hospice

Com'è noto l'hospice è una struttura sanitaria destinata a ospitare i malati terminali, per somministrare loro le cure palliative. Comprensibile, dunque, che possano evocare mestizia e dolore in qualcuno. C'è, tuttavia, chi è riuscito a trasformare l'hospice in un luogo il più possibile di serenità e, in alcuni casi, con istanti di festa.

Accade all'Universo Salute Opera Don Uva di Foggia, una struttura sanitaria polifunzionale che - tra le altre cose - dispone di reparti per malati di Alzheimer, disabilità psichiche ed Rsa. C'è poi, per l'appunto, la sezione dedicata ai malati terminali, considerata «un fiore all'occhiello» della struttura foggiana, in quanto ospita «pazienti che arrivano anche da fuori dalla Puglia», spiega a Pro Vita & Famiglia, Rita Niglio, da 12 anni volontaria presso la struttura. Un grande afflusso di pazienti giustificabile anche dal semplice fatto che sul territorio «di hospice ce ne sono davvero pochi», rimarca la volontaria.

«Nessuno desidera la morte»

Chiediamo alla signora Niglio se le sia mai capitato di incontrare pazienti desiderosi di morire. «Assolutamente no», ci risponde. «Nella nostra esperienza come volontari non ci è mai capitata una cosa del genere. Alcuni, al contrario, ci chiedono di fare festa...». E' accaduto per la prima volta alcuni anni fa, allorché un paziente, da poco ricoverato «annunciò che avrebbe compiuto gli anni nei giorni successivi e che desiderava festeggiassimo con lui». Come minimo da allora, lo spirito dell'hospice "Universo Vita" è sempre stato - nonostante tutto - all'insegna della speranza. «Non si respira mai un'aria di morte ma sempre un'aria di vita a tutti i livelli», prosegue Rita Niglio, raccontando di «momenti di musica» e di «rappresentazioni teatrali» allestiti più volte all'interno dell'hospice. «Sono venuti gruppi di ragazzi a suonare per compleanni e anniversari. Quando disponevamo ancora dell'uso della cucina, abbiamo preparato pizze e dolci tipici natalizi, riscuotendo sempre il consenso da parte di pazienti e familiari».

Si riacquista il senso della Vita

Per ovvi motivi di salute e di sicurezza medica, «non tutti possono partecipare - spiega sempre la volontaria di Universo Salute - ma queste iniziative riscuotono molto favore. E' tutto molto lontano dal desiderio di morire. Qualunque volontario potrà confermarlo: noi riceviamo molta energia da questi pazienti, riacquistiamo il senso della vita proprio dal loro desiderio di partecipare e di parlare. Certo, non sempre i pazienti ne hanno voglia, la sofferenza e il dolore vanno rispettati in qualunque forma e mai giudicati».

Anche in un suo post su Facebook, Rita Niglio ha ribadito: «Di malati terminali ne ho visti tanti. vi assicuro che amano vivere fino all'ultimo respiro e festeggiano con gioia con noi e le loro famiglie», riuscendo a «trasmettere serenità e sorrisi a chi ha la fortuna di conoscerli. Niente che abbia a che vedere con il desiderio di farla finita!».

Cure mediche e umane

Proseguente nel suo racconto, Niglio ci parla di una struttura in cui «da parte del personale medico-sanitario c'è molta attenzione, c'è una cura non solo medica ma soprattutto umana», all'interno di uno spazio piccolo in cui «l'ambiente è quasi familiare. Con noi volontari c'è un rapporto particolare: noi siamo gli amici che vanno lì per ascoltarli, per fare una battuta o semplicemente per stare lì, prendere loro la mano, accarezzarli... C'è molto amore intorno a loro e dove c'è amore non può esserci desiderio di morte. Per alcuni di loro, il tempo che vivono (qualcuno ne è consapevole, altri no) serve anche per recuperare dei rapporti con le famiglie che sono stati interrotti, per mettere a posto un po' di cose. Non è un tempo sprecato, a mio parere».

L’informazione sulle cure palliative

Infine, Rita Niglio esprime il proprio sostegno alle cure palliative, le quali «vanno fatte conoscere», in quanto, per qualcuno, «sono proprio sconosciute o non sanno a che cosa servono. La sofferenza negli hospice è vissuta con dignità, nel massimo rispetto della vita», conclude la volontaria. 

 

 

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