11/05/2020 di Manuela Antonacci

Miriano lapidata sui social per aver espresso la sua opinione contro la propaganda gender di Disney+

Ogni anno si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere, si fanno manifestazioni e proclami in difesa delle donne e, ultimamente si è dato grandissimo spazio al cosiddetto “body shaming”, ovvero la costante derisione del corpo – soprattutto femminile – tramite servizi telivisivi, post, tweet o commenti giudicati denigratori.

Stessi proclami, però, non sono stati fatti per la giornalista Costanza Miriano, in quanto considerata “rea” di un atto indicato come gravissimo: quello di aver condiviso sui suoi profili social la campagna di CitizenGo che invita a boicottare la Disney per le sue scelte sempre più “gay friendly” nei cartoni animati, visti da milioni di bambini di tutto il mondo. In particolare, pietra dello scandalo, è stato il video, che ormai ha fatto il giro del pianeta, in cui la responsabile britannica di Citizen, Caroline Farrow, ha mostrato a Bob Chapel, ceo della Disney, le firme di ben 700mila di famiglie di tutto il mondo, con lo scopo di chiedere, alla casa cinematografica, di abbandonare la sua sfacciata propaganda Lgbt.

In più, per mostrarsi coerente con il messaggio trasmesso nel suo post, la Miriano, ha anche mostrato lo screenshot della sua disdetta dell’abbonamento online a Disney+. In poche ore, manco a dirlo, migliaia di attivisti LGBT hanno cominciato ad insultarla, a bestemmiare e ad augurare le peggiori cose a lei e alla sua famiglia, hanno persino chiesto a gran voce che le venissero levati i figli.

E il bello è che, dopo aver segnalato tutti i commenti offensivi, il servizio segnalazioni di Facebook, le ha risposto che a causa del Covid, il personale è ridotto. «Pertanto non avrebbero potuto prendere in carico la sua segnalazione».

Insomma, morale della favola: ci sono violenze di serie a e violenze di serie B, anzi, quelle di serie B non si possono definire nemmeno “violenze”, a quanto pare, ma il “giusto scotto” da pagare per aver osato andare controcorrente, contro quelle “minoranze perseguitate” che decidono anche chi possa essere lapidato e chi no.

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