02/08/2019

Minorenne transgender. I dubbi e le riflessioni

Mariella Fanfarillo che si presenta, sulle colonne del Corriere della Sera quasi come una “madre coraggio”, sta facendo parlare di sé (come emerge dal suo racconto) per aver deciso di accompagnare suo figlio Lorenzo, a soli 16 anni, in un percorso di transizione per la riassegnazione del sesso, una riassegnazione diversa dal solito e che verrà raccontata anche in un libro.

«A tre anni voleva giocare solo con le bambole. E i cartoni animati dovevano essere principesse: Biancaneve, Ariel, Aurora. Se le arrivava un regalo che non fosse una bambola, piangeva e si arrabbiava. Crescendo, cercava nei miei armadi foulard per realizzare vestiti eleganti con lunghi strascichi e faceva piroette come fosse al gran ballo di corte. L’unico regalo che chiedeva a Babbo Natale era diventare una bambina…» ha raccontando la donna, presentando l’orientamento sessuale di suo figlio come qualcosa di ineluttabile già dalla tenera età di 3 anni.

E dopo aver descritto il disagio del ragazzo durante gli anni della scuola elementare e media, non ha dubbi nel definire la sua come una “;consapevolezza solida” che lo avrebbe portato a 16 anni a iniziare la sua transizione di genere e ottenere in poco più di un anno, da minorenne, il riconoscimento del cambio anagrafico di sesso, da maschio a femmina, senza l’obbligo dell’operazione.

Una fretta che lascia perplesse, come spiega lei stessa, molte persone: parliamo infatti di un minorenne, di una persona cioè che non ha l’età nemmeno per effettuare compravendite, come può essere allora considerato pronto per acquisire una consapevolezza così profonda e delicata? Dal racconto della madre non emerge, inoltre, se sia stato fatto qualche tentativo, tramite un adeguato supporto psicologico quando Lorenzo aveva ancora 13 anni, prima di avviare direttamente il percorso di transizione.

Inoltre la cosa la donna presenta come un traguardo importante questo cambiamento, e non appare minimamente dubbiosa sull’avvenire felice di quella che ora è sua figlia: «Abbiamo iniziato il percorso di adeguamento tra identità fisica e identità psichica. È iniziata una nuova battaglia: le avevo promesso che in un anno avrebbe ottenuto la sentenza (tempi record) e ho fatto l’impossibile per esaudire il suo desiderio. Mi sono messa contro il mondo. Ce l’abbiamo fatta. Anche grazie al nostro avvocato. È una sentenza rivoluzionaria: un ragazzino minorenne considerato in grado di decidere della sua vita. E il cambio dei dati anagrafici e dell’identità di genere è stato riconosciuto anche senza l’intervento di demolizione e ricostruzione chirurgica del sesso, che equivale a una sterilizzazione forzata e oggi è interpretato come lesivo della libertà».

Un minorenne che non può effettuare ancora neanche delle compravendite, può cambiare il sesso definitivamente. Un dato su cui invitiamo a riflettere.

Manuela Antonacci

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