19/04/2014

Milano: “ImPari a scuola”, nuovo corso di ideologia gender

“Impari a scuola”, giuda pratica all’adozione della diversità come sinonimo di normalità. L’eccezione, per non essere considerata come tale, viene imposta in qualità di regola generale.

La Provincia di Milano, tramite l’onnipresente struttura alle pari opportunità, ha fatto diffondere all’interno delle scuole primarie e secondarie materiale didattico finalizzato ad abbattere ogni forma di identificazione sessuale nel proprio sesso di appartenenza e stralciare il riconoscimento dell’unione di una donna ad un uomo come base per una famiglia.

“Vi sono genitori omosessuali” si legge nel materiale divulgato in quanto i bambini “rifiutano di seguire passivamente i modelli ereditati dalle generazioni precedenti” e secondo la Provincia di Milano questo sarebbe molto positivo e da incentivare.

Riportiamo la riflessione dell’Avv. Gianfranco Amato uscita quest’oggi sulle pagine dell’Avvenire.

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È giunta in diverse scuole lom­barde una “guida operativa” fi­nalizzata a «diffondere la cul­tura di genere nei percorsi scolastici primari e secondari di primo e secon­do grado, fino al compimento del­l’obbligo educativo». Il titolo è ‘Impa­ri a scuola‘, simpatico calembour che gioca con i concetti di apprendimen­to e diseguaglianza. Il committente è l’Ufficio della consigliera di parità del­la provincia di Milano e di Monza e Brianza, in collaborazione con l’A­genzia Formazione e Lavoro, azienda speciale della Provincia di Milano.

Secondo quella guida, «la scuola ri­sulta essere un luogo privilegiato di ri­flessione sulle differenze e sugli ste­reotipi di genere», perché sarebbe «proprio nel periodo scolastico che bambine/i e adolescenti cominciano a strutturare in maniera più definita i­dentità, personalità e a sviluppare ca­ratteristiche e capacità individuali», e quindi «un approfondimento su qu­e­sto tema si pone come un’opportu­nità per progetta­re un percorso di vita, scolastico e professionale, sul­la base delle pro­prie inclinazioni ed aspirazioni, che non necessaria­mente debbono corrispondere a quello che, a volte, rigidi modelli di genere impongono». La guida prevede anche delle ‘schede di intervento operativo’ dai titoli si­gnificativi.

Alcuni esempi: ‘Come sia­mo, come vorremmo essere: narra­zioni autobiografiche in classe’ (sche­da 1); ‘Gli stereotipi nelle professioni’ (scheda 2); ‘Il riconoscimento e l’a­nalisi degli stereotipi attraverso il ci­nema’ (scheda 5); ‘La fiaba nella tra­dizione popolare: ruoli e pregiudizi’ (scheda 7); ‘Oggi in classe parliamo di… differenze di genere’ (scheda 9). La guida affronta, poi, anche il tema della famiglia nei seguenti termini: «Se si volesse ten­tare una definizio­ne, la più vicina possibile all’im­magine diffusa e condivisa di cosa siano le famiglie oggi, l’espressione più efficace sareb­be senz’altro la fa­miglia come sen­timento, o la famiglia affettiva, secon­do un’altra formula di successo». Bi­sogna ormai parlare di «pluralità di modelli familiari» (poiché «vi sono poi le famiglie monoparentali, le famiglie di fatto, i genitori omosessuali dell’u­no o dell’altro sesso») e riconoscere proprio il «sentimento come base e scelta di relazione familiare».

Si preci­sa, infine, come il superamento della «famiglia classica genitori/figli» rap­presenti «un cambiamento culturale e di mentalità», che ha portato a supe­rare «il giudizio di devianza» verso for­me alternative di famiglie e ad accet­tare la «cultura della differenza, capa­ce di riconoscere le pluralità dei modi in cui i soggetti desiderano e possono formare nuclei affettivi».

La guida affronta anche il tema delle ‘nuove pratiche educative’. Si legge, infatti, che «nelle famiglie contempo­ranee è entrata in crisi una concezio­ne normativa dell’educazione dei ge­nitori verso i figli e le figlie», la quale prevedeva «la trasmissione di valori e regole, indiscutibili, dalla generazio­ne più vecchia alla più giovane». Og­gi, secondo la guida, «prevale una con­cezione dell’autonomia di bambini, bambine e adolescenti come attori so­ciali competenti, soggetti attivi, pro­tagonisti della costruzione della pro­pria vita, detentori di diritti», «si sta at­tuando quindi un grande mutamen­to sociale e culturale nella relazione genitori figli, figlie e questi ultimi ri­fiutano di seguire passivamente i mo­delli ereditati dalle generazioni prece­denti».

Gianfranco Amato

Per chi fosse interessato, qui potrà scaricare il materiale di ImPara a scuola.

Scarica l’articolo di Avvenire in formato pdf.

 

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