10/04/2014

Matrimonio gay registrato in Comune, in sfregio alla legge

Va bene con le teorie generali del diritto, importante è ovviamente la funzione di interpretazione delle leggi posta in essere dalla giurisprudenza. Da qui a stravolgere totalmente l’impianto normativo di uno Stato, ve ne passa.

Alla faccia della divisione dei poteri, sprezzante del rispetto di quella che taluni chiamano ancora “sovranità nazionale”, un giudice del Tribunale di Grosseto ha ordinato al Comune di trascrivere nei registri dello stato civile il matrimonio tra due uomini cittadini italiani sposatisi negli USA.

I due hanno celebrato le nozze a New York nel 2012 ma l’ufficiale dell’anagrafe si è rifiutato di trascrivere l’atto in quanto “la normativa italiana non consente che persone dello stesso sesso possano contrarre matrimonio”. Obiezione più che comprensibile in quanto, se un istituto non è riconosciuto dal nostro ordinamento, non si capisce il motivo per il quale si dovrebbe accettarlo così, senza nemmeno un formale passaggio di adeguamento normativo. Quanti si rendono conto delle conseguenze di questo meccanismo, che possono andare ben più in là rispetto al solo ambito familiare?

Il Tribunale di Grosseto argomenta: “non è previsto, nel nostro ordinamento, alcun ulteriore diverso impedimento derivante da disposizioni di legge alla trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all’estero” e la registrazione ha “natura certificativa e di pubblicità di un atto già valido di per sé”.

Diritto positivo, tanti saluti! Potere legislativo, fatti più in là!

Certamente in Italia – e per fortuna – non vige il principio dello “stare decisis”, più comunemente conosciuto come la progressione del diritto tramite la produzione giurisprudenziale, il cosiddetto precedente vincolante, ma la sentenza è stata accolta con festeggiamenti e plausi dalle associazioni GLBT. Dall’Arcigay all’Equality Italia, tutti a incensare quella che, concretamente, è una vera e propria sovversione dei principi costituzionali, sia inerenti al matrimonio che, in senso lato, alla suddivisione dei poteri.

Ieri è caduto l’ennesimo tabù, quello del riconoscimento dello status di coppia sposata ad omosessuali. Quale il prossimo passo? Più che il consueto imbarazzo-della-scelta… rimane solo l’imbarazzo.

Redazione

 

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