07/01/2016

Matrimonio gay – Referendum sì, ma prima ci si batte in aula?

Sappiamo bene del colpo di mano, poco rispettoso delle istituzioni democratiche, fatto dal PD di Renzi e Cirinnà che hanno presentato un nuovo testo sul matrimonio gay/unioni civili direttamente in aula, saltando il confronto in Commissione.

Sappiamo anche che c’è una maggioranza (PD – SEL – M5S) disposta ad approvare il testo in barba all’opposizione di ciò che resta dei cattolici e del centrodestra.

Sappiamo anche che gli schieramenti sono comunque (anche dal lato della maggioranza) poco coesi. La questione delle stepchild adoption è divisiva.

Il cosiddetto centro-destra rimasto al governo con Renzi (dopo che anche l’NCD si è spaccato sulla questione) è rappresentato principalmente dal ministro Alfano.

Questi ha dichiarato di esser pronto a appoggiare un referendum popolare contro la legge sul matrimonio gay eventualmente fosse approvata alla fine del mese corrente.

La qualcosa ci ha lasciato un poco interdetti. Come anche ha lasciato interdetta Olimpia Tarzia, Presidente del Movimento PER Politica Etica Responsabilità, che in un suo comunicato stampa spiega bene perché:

matrimonio gay, Angelino Alfano, NCD, Nuovo Centro Destra, unioni civili, unioni gay,Le affermazioni del Ministro Alfano, riguardo alla possibilità di indire un referendum abrogativo nel caso il ddl Cirinnà dovesse trasformarsi in legge, consentendo così la stepchild adoption alle coppie gay, risuonano già come una resa incondizionata nei confronti di un testo di legge il cui iter è ancora tutto da scrivere. Il referendum abrogativo è uno strumento di democrazia diretta, non un modo per fare opposizione a posteriori evitando il confronto nelle dovute sedi istituzionali”.

Insomma, la speranza dovrebbe essere l’ultima a morire: e dovremmo poter sperare che tutti coloro che siedono in Parlamento e che – a prescindere dal credo religioso – si considerano persone pronte a difendere i diritti dei più deboli (i bambini) e il futuro della società (la famiglia) in base all’ordine razionale naturale che governa l’umanità da che mondo è mondo, abbiano il coraggio di battersi nelle sedi istituzionali, articolo per articolo, comma per comma, contro questa legge iniqua.

Solo dopo che avranno lottato, se avranno perso, allora, potremo parlare di referendum.

Redazione

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