04/02/2016

Matrimonio gay – Le incostituzionalità ignorate dall’ideologia

La prima seduta del Senato sul ddl Cirinnà, volto a legalizzare il matrimonio gay e conseguentemente le adozioni, si è conclusa con la scontata votazione contro le pregiudiziali costituzionali.

Si sapeva: la maggioranza attuale che siede in Parlamento vota e ragiona secondo l’ideologia e i diktat delle lobby piuttosto che secondo ragione.

Per spiegare ai nostri lettori nel dettaglio quali siano le pregiudiziali costituzionali, cioè i difetti di costituzionalità del ddl Cirinnà, riportiamo in buona parte l’intervento dei Senatori Giovanardi, Formigoni che, insieme a Nitto Palma e pochi altri, ha tentato di far ragionare i loro colleghi.

C’è ancora la speranza – se la legge verrà approvata – che queste considerazioni vengano recepite dal Quirinale al momento della promulgazione o dalla Corte Costituzionale, al primo giudizio incidentale in cui sarà chiamata a esprimersi.

Questo è in sostanza l’intervento di Giovanardi
Li matrimonio gay, anche sotto forma di unioni civili è in violazione dell’art.72 Cost.

Il primo problema è che veniamo in Aula dopo che dalla Presidenza è stato stracciato l’articolo 72 della Costituzione. Il provvedimento in discussione è stato presentato al Senato il 6 ottobre, assegnato alla Commissione giustizia; il 12 ottobre la relatrice Cirinnà ha svolto la relazione, ci siamo iscritti a parlare come senatori, ma nessuno di noi ha potuto parlare, quindi l’esame in Commissione non è neanche cominciato. Il giorno dopo la Conferenza dei Capigruppo lo ha calendarizzato per l’Assemblea e dal 14 ottobre la Commissione giustizia è stata esautorata, tanto che il Presidente ha dovuto comunicare che il provvedimento sarebbe andato all’esame dell’Aula senza relatore. Poi dal 14 ottobre fino al 28 gennaio il testo non è stato esaminato dalla Commissione, che non poteva più farlo.

Ho ricordato in precedenza che la cosiddetta legge Fini-Giovanardi è stata abrogata per violazione dell’articolo 72 della Costituzione, perché la Corte costituzionale ha scritto che, quando un testo coinvolge delicate scelte di natura politica, giuridica e scientifica, a nulla vale che per tre anni sia stato discusso in Commissione al Senato, perché poi è stato inserito frettolosamente in un disegno di legge di conversione, violando l’articolo 72 della Costituzione, che rende obbligatorio l’esame in Commissione. Ho scritto una lettera al Presidente, ricordandogli tutte queste cose, ma non ho avuto risposta.

giustizia_diritto_matrimonio gayVi leggo allora quello che disse il senatore Angius, a proposito della cosiddetta legge Cirami, che dopo un mese era stata richiamata in Assemblea. In quel caso il Regolamento era stato applicato correttamente, perché si erano abbreviati, ma non cancellati i tempi. Il senatore Angius, a nome del PD, disse: «Quando si imbroglia sulle regole, quando si gioca a nascondino con le norme che la maggioranza e il Governo intendono approvare, non si può più avere fiducia e noi non la possiamo avere in chi ha la responsabilità istituzionale del Senato della Repubblica». In quel caso erano stati abbreviati i termini e, dopo un mese di discussione in Commissione, era stato richiamato il provvedimento in Assemblea. Qui i termini sono stati azzerati e non c’è stato neanche un minuto di tempo in Commissione per esaminare il provvedimento, come impone l’articolo 72 della Costituzione. Se verrà respinta la nostra richiesta di far tornare il provvedimento in Commissione, presenteremo nei prossimi giorni un conflitto d’attribuzione presso la Corte costituzionale, per la lesione senza precedenti, in sessanta anni di storia del Senato, delle prerogative costituzionalmente garantite dalla Commissione. Questa è dunque il primo motivo che poniamo all’attenzione dell’Assemblea.

Violazione dell’art. 29 Cost.

Nei giorni scorsi i Presidenti o vice Presidenti emeriti della Corte costituzionale Flick, Mirabelli Chieppa, Santosuosso, De Siervo, Maddalena e Napolitano hanno tutti autorevolmente firmato appelli o rilasciato interviste, in cui si dice che il testo presentato in Assemblea confligge direttamente con l’articolo 29 della Costituzione, perché le unioni civili tra uomo e uomo o tra donna e donna si sovrappongono, richiamando le norme del codice civile, al matrimonio previsto dalla Costituzione. La Corte costituzionale ci ha chiesto di applicare l’articolo 2 della Costituzione, sulle formazioni sociali, e non di creare un matrimonio di serie B. Quindi, i maggiori costituzionalisti italiani hanno bollato questo testo come incostituzionale.

Il matrimonio gay, anche sotto forma di unioni civili è Incoerente rispetto al principio di uguaglianza

Passo dunque al terza motivo di incostituzionalità, che abbiamo presentato: se passa questa legge avremo il matrimonio tra uomo e donna, regolato dall’articolo 29 della Costituzione, avremo le unioni civili, esclusivamente tra uomo e uomo o tra donna e donna, con la reversibilità e tutti i privilegi del matrimonio, avremo le convivenze eterosessuali, regolate dalla seconda parte della legge Cirinnà, che valgono solo per gli eterosessuali non sposati. Quindi i due uomini o le due donne avranno diritto alla pensione di reversibilità, ma la famiglia di fatto, magari con due figli, non avrà tale diritto, che è previsto solo per le coppie omosessuali. Esiste poi una quarta categoria, costituita dalle coppie di fatto, che non fanno le convenzioni, né le unioni civili, e che avranno la protezione che la giurisprudenza già assegna a quel tipo di coppie. Avremo poi le coppie che vivono in una situazione di solidarietà, ma non sulla base di un rapporto d’amore, prendiamo ad esempio il caso della convivenza tra due vedove, che pure hanno diritto a veder regolati tali rapporti, e poi avremo i single. Dunque avremo creato un codice civile a fette, diviso in sei parti, e i magistrati dovranno districarsi in questo ginepraio di norme. Dunque, invece di parificare i diritti di tutti, invece di dare a tutti i non sposati la possibilità di fruire di diritti per l’assistenza, l’ospedale, l’affitto, la casa o la successione nell’impresa, si stabiliscono diverse categorie, l’una diversa dall’altra, in base alla situazione in cui si trovano.

Compravendita di bambini

Ultima cosa, forse la più importante di tutte. Una pregiudiziale di costituzionalità è che questo disegno di legge apre la strada alla compravendita di bambini e noi diciamo che i bambini non si comprano. Oggi una coppia uomo-uomo, può andare all’estero e portarsi a casa un bambino fatto con l’utero in affitto, e se il padre vero, quello biologico, muore, il tribunale, secondo l’articolo 44, lettera a), in vigore, può dare in adozione il bambino al partner superstite, anche se non è il padre, perché si può accertare che ci sia un carattere stabile di affetto fra i due.

Se passa invece il disegno di legge presentato dalla senatrice Cirinnà, chiunque, spendendo 80-100-120.000 euro, va a procurarsi l’ovocita con una selezione eugenetica in alcuni Paesi che garantiscono che la persona sia bianca, bella, alta, sana, naturalmente con contratti che prevedono l’aborto se le cose vanno male. Poi si prende una donna del terzo mondo o in Ucraina, che per disperazione e per povertà è costretta a vendersi, e dopo nove mesi questo bambino viene strappato alla madre, programmato come orfano, portato in Italia da due uomini che, se passa il disegno di legge Cirinnà, un minuto dopo chiedono l’adozione e diventano genitore 1 e genitore 2: un’infamia nei confronti delle donne che vengono sfruttate; un’infamia nei confronti dei bambini privati del diritto che il Comune di Roma, su iniziativa della senatrice Cirinnà, ha dato ai cani e ai gatti dei canili a cui non possono essere portati via i cuccioli per almeno quattro mesi, perché mancherebbe loro l’affetto della madre. Questo e quanto capiterà con questo testo.

A proposito dell’art. 2 Cost. e delle “formazioni sociali”

La Grecia ha fatto un disegno di legge su cui tutti, comprese le associazioni LGBT, si sono detti d’accordo: si va da un notaio e chiunque (uomo-uomo, donna-donna, donna-uomo) può fare un contratto di solidarietà che viene poi depositato presso il Comune, e con quel contratto si garantiscono tutta una serie di diritti individuali.

Vorrei ricordare Aldo Moro e Amendola, e qui c’è il presidente Napolitano che ha conosciuto Amendola e la Iotti personalmente. All’Assemblea costituente, quando l’articolo 2 prevedeva che si garantivano i diritti dei singoli e delle formazioni sociali, Moro, Amendola, la Iotti e Fanfani presentarono un emendamento che diceva: non i diritti dei singoli e delle formazioni; loro sostenevano di non riconoscere il diritto del sindacato o del patronato o del partito, bensì i diritti dei singoli nelle associazioni; quindi i diritti di due soggetti che vogliono fare un’unione civile o di un uomo e di una donna che vogliono fare queste convenzioni, i diritti dei due singoli nella formazione sociale; non c’è il diritto della formazione sociale. L’articolo 2 venne emendato, la Costituente approvò la modifica e le formazioni sociali in cui si esplicita la personalità dell’individuo.poliamore_matrimonio-gay_tre-spose

E questo ci ha chiesto di fare la Corte costituzionale con la sentenza n. 10, dicendo che, neanche con la più grande fantasia del mondo un Parlamento, se non cambia l’articolo 29, può attribuire il matrimonio se non esclusivamente a un uomo e a una donna. Purtroppo il disegno di legge Cirinnà sconvolge la Costituzione e quello che la Corte costituzionale ci ha detto di fare”.

Questo, in sostanza, l’intervento di Formigoni.

“La procedura che stiamo seguendo non è prevista né dal nostro Regolamento del Senato né dalla Costituzione. È una procedura scorretta che non potrà che essere sanzionata dalla Corte. ... Il mio è un invito al buonsenso e alla razionalità. Il Senato si prenda un tempo limitato supplementare di ritorno in Commissione giustizia perché la procedura possa essere corretta.

Difetti di procedura, mancate consultazioni di organismi competenti

E non solo non è stato mai nemmeno formalmente iniziato l’esame nella competente Commissione permanente di merito, non è mai stato sentito il parere della Commissione bicamerale per l’infanzia, la Commissione istituzionalmente abilitata a fornire un suo contributo alla materia. Ove questo parere non fosse acquisito, questo configurerebbe un ulteriore motivo di incostituzionalità e di revoca da parte della Corte costituzionale. Allo stesso modo, si è omesso di sentire in audizione altri soggetti istituzionalmente rilevanti, come i rappresentanti della Commissione per le adozioni internazionali della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma anche soggetti privati da tempo impegnati sul terreno delle adozioni.

L’introduzione del matrimonio gay, anche sotto forma di unioni civili, viola gli artt. 29, 31, 3, 81 Cost.

Innanzitutto, è l’insieme del provvedimento, soprattutto nella sua prima parte, ad essere in contrasto con gli articoli 29 e 31 della Costituzione; un contrasto patente, un contrasto forte, che non può che essere riconosciuto, laddove la Costituzione sottolinea che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio ed è chiamata ad agevolare «con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi».

Non solo: c’è una violazione chiara dell’articolo 3, laddove viene assimilato al regime della famiglia quello di una formazione sociale diversa, mentre l’articolo 3 impone al legislatore di trattare fattispecie eguali in modo eguale e fattispecie diverse in modo diverso.

Poi, colleghi, è manifestamente violato l’articolo 81 della Costituzione, poiché c’è un’insufficiente copertura di bilancio, riferita alle norme sull’estensione della pensione di reversibilità. È chiaro ed è detto con chiarezza che il calcolo deve essere fatto su un periodo di tempo di almeno dieci anni; invece, il testo in esame assume a riferimento un periodo largamente inferiore. Se si fosse agito in termini coerenti con quanto la Costituzione impone, ci saremmo resi conto di essere di fronte ad una spesa obbligatoria di ben altra dimensione, molto più rilevante, e quindi il Senato sarebbe spinto a pronunciarsi di fronte ad un aumento delle spese dello Stato previste per una somma decisamente superiore: secondo calcoli che trovano il consenso di molti esperti, stiamo parlando di una cifra largamente superiore al miliardo di euro.

Redazione

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