23/05/2022 di Fabrizio Cannone

Manifestazione per la Vita, ora serve una nuova politica

Come noto, sabato 21 maggio si è tenuta a Roma la grande manifestazione “Scegliamo la vita”, per denunciare non solo il dramma dell’aborto, ma anche le altre più recenti manipolazioni della vita umana come l’eutanasia, attiva e passiva, il suicidio assistito, la legalizzazione delle droghe “leggere”. Una manifestazione che si è rivolta anche e soprattutto alle nuove generazioni e in modo trasversale, facendo sentire la propria voce in particolare  a fronte  dei 73 milioni di morti che ogni anno causa l’aborto nel mondo e davanti ai quali nessuno potrà più dire: non sapevo!

Maria Rachele Ruiu e Massimo Gandolfini, i due portavoce della Manifestazione, hanno condotto il corteo partito da piazza della Repubblica e culminato poi a in piazza San Giovanni in Laterano con varie toccanti testimonianze sul palco. La manifestazione si è poi conclusa con un magnifico concerto della rock band The Sun.

Il tutto per dire al mondo, alla politica e alla storia: la vita può essere difesa, anzi deve esserlo, se vogliamo restare una civiltà degna di questo nome. La manifestazione è stata apolitica e apartitica, e tutti gli amici della vita erano invitati a sfilare senza alcuna discriminazione, ma senza paura di riferimenti anche religiosi, come ha testimoniato anche l’intervento al Regina Coeli di ieri di Papa Francesco, che più volte durante il suo pontificato si è espresso contro il pensiero unico, denunciando sia l’aborto che lo scarto e l’abbandono di anziani, malati, poveri e cittadini “inutili”.

I valori della vita (e della famiglia) però, celebrati e cantati ieri da migliaia di italiani sulle strade di Roma, sono universali ed hanno un retroterra ampio e diffuso. Dal giuramento di Ippocrate sino a figure di pieno Novecento come, tra i tanti, il Mahatma Gandhi o Giorgio La Pira.  Se il pacifista indù scrisse: «Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l’aborto è un crimine», il sindaco di Firenze, definì la legge 194, come «integralmente iniqua».

Papa Francesco, come detto, nel Regina Coeli di domenica 22 ha salutato «quanti hanno partecipato a Roma alla manifestazione nazionale Scegliamo la Vita». Deprecando il «mutamento della mentalità comune», ha ricordato che «oggi siamo sempre più portati a pensare che la vita sia un bene a nostra totale disposizione, che possiamo scegliere di manipolare, far nascere o morire a nostro piacimento, come l’esito esclusivo di una scelta individuale. La vita - ha concluso - è un dono di Dio!».

Auguriamoci a questo punto che i politici italiani, specie coloro che si presentano come difensori della civiltà, della patria e della famiglia, agiscano immediatamente a favore della vita e contro tutto ciò che la minaccia. Che sia contrario alla legge, come il delitto, la violenza e la droga. O anche permesso dalla legge come l’aborto, il suicidio e l’eutanasia.

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