22/04/2021 di Luca Volontè

L’Onu chiede ai giganti di internet di fornire strumenti per l’educazione sessuale ai bambini

L'ONU promuove lo scambio di materiale “sessuale” tra i ragazzi su internet.  Un documento ufficiale dell'ONU, infatti, raccomanda di promuovere ‘canali specifici’ per lo scambio di immagini e video sessuali tra minori.

"Dovrebbero essere creati dei canali per permettere ai bambini di chiedere consigli e assistenza riguardo ai contenuti sessualmente espliciti generati da loro stessi", si dice esplicitamente nel Commento Generale n. 25, pubblicato qualche giorno fa dal Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti del Bambino. Il documento ha lo scopo di indicare a tutti i governi, a tutte le aziende e, soprattutto, a tutti i genitori come applicare i diritti dei bambini quando si tratta di Internet.

Ciononostante questi ‘commenti generali’ non hanno alcun valore legale; non sono nemmeno suggerimenti applicabili. Molto spesso, però, vengono ugualmente accettati dai governi e dalle aziende come ‘standard legali’ che si devono imporre ai genitori e ai loro figli. Per giustificare il proprio documento, il Comitato che lo ha stilato ha chiesto ad alcuni ragazzi di informare il comitato stesso circa le loro opinioni. Questi "ragazzi hanno apprezzato la ricerca di informazioni online e il supporto relativo alla salute e al benessere, tra cui la salute fisica, mentale e sessuale e riproduttiva, la pubertà, la sessualità e il concepimento".

I redattori del documento continuano dicendo che "gli adolescenti volevano soprattutto l'accesso a servizi online gratuiti, confidenziali, adeguati all'età e non discriminatori per la salute mentale e la salute sessuale e riproduttiva. La commissione si è occupata di quello che ora è comunemente chiamato sexting, una pratica in cui le persone, compresi i più giovani, inviano fotografie sessualmente esplicite ad amici e persino a sconosciuti su Internet. Il sexting può essere illegale se fatto da minori e ora il comitato della Nazioni Unite vorrebbe renderlo legale.

Dice il Comitato: "Dovrebbero essere creati dei canali a misura di ragazzi per permettere ai più giovani di chiedere consiglio e assistenza riguardo ai contenuti sessualmente espliciti generati da loro stessi”.

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