25/09/2023 di Luca Marcolivio

Libertà educativa: Cia (FdI): «Pro Vita & Famiglia l’unica che ha sottolineato il ruolo della famiglie nella scuola»

Nella Provincia autonoma di Trento, la consiliatura si è conclusa e il prossimo 22 ottobre si terranno le elezioni per il rinnovo dell’assemblea e l’elezione del nuovo presidente. Si interrompe così anche l’iter della proposta di legge sulla libertà educativa delle famiglie, che Pro Vita & Famiglia aveva apertamente sostenuto e promosso, partecipando anche ad un’audizione presso la V Commissione del Consiglio Provinciale trentino.

La discussione della bozza si è arenata proprio presso la Commissione Scuola. Pur godendo dell’appoggio della maggioranza uscente di centrodestra, il ddl è naufragato sotto il peso dell’ostruzionismo dell’opposizione di centrosinistra. Sarebbero comunque mancati «i tempi tecnici per portarlo in aula, anche perché eravamo alle ultime sedute del Consiglio provinciale e all’ultima seduta della commissione competente», spiega a Pro Vita & Famiglia Claudio Cia (FdI), uno dei quattro consiglieri firmatari della proposta di legge assieme a Luca Guglielmi (Fassa), Katia Rossato (FdI) e Alessia Ambrosi (FdI, poi eletta alla Camera dei Deputati il 25 settembre 2022).

«Quando poi è arrivato il momento della discussione finale e del voto – prosegue Cia – il consigliere Paolo Zanella (Futura 2018) ha iniziato un’attività ostruzionistica che ha indotto la presidente della V Commissione, Mara Dalzocchio a chiudere i lavori senza neanche avviare la discussione, proprio perché quell’attività ostruzionistica avrebbe reso vano qualunque tipo di dibattito». Per la cronaca, Paolo Zanella è stato presidente dell’Arcigay del Trentino dal 2013 al 2018 e la sua caparbia opposizione al progetto di legge per la libertà educativa è stata corroborata dalle audizioni di numerose associazioni di stampo Lgbt+.

In sede di Commissione Scuola, comunque, sono state ascoltate anche le voci delle famiglie e delle associazioni familiari. A riguardo Cia esprime parole di gratitudine per Pro Vita & Famiglia «che è stata forse l’unica ad aver evidenziato il ruolo della famiglia nella scuola. Negli altri casi – prosegue il consigliere uscente di Fratelli d’Italia – mi ha colpito vedere la famiglia come un soggetto non considerato nella scelta dei percorsi e in quant’altro. Tanto è vero che qualche audito ha persino detto: “Ma le famiglie cosa vogliono? Cosa pretendono?”».

Il ddl provinciale Ambrosi-Cia-Guglielmi-Rossato si prefiggeva di modificare la legge provinciale n°5 del 7 agosto 2006, inserendo un’esplicita tutela della «libertà di scelta delle famiglie anche a favore della scuola paritaria». Inoltre, la bozza prevedeva che «attività relative all’educazione affettiva o sessuale, alla salute riproduttiva o al genere e all’identità sessuale» fossero «oggetto di un’informativa specifica e dettagliata inviata ai genitori dei minori o agli studenti maggiorenni almeno una settimana prima dell’inizio dell’attività».

Per i proponenti del ddl sulla libertà educativa non è stata persa una guerra ma solo una battaglia. Claudio Cia, che alle elezioni provinciali trentine del prossimo 22 ottobre è nuovamente candidato come capolista di Fratelli d’Italia, afferma: «Il fatto che questo disegno di legge non abbia completato il suo percorso non vuol dire che non sia valido. Non c’è alcun pentimento per quello che ho fatto. Bisogna trovare il coraggio di promuovere i principi non negoziabili e di portare queste battaglie di civiltà, altrimenti siamo autorizzati a dire che la politica si è imbarbarita».

Non è escluso, quindi, che il disegno di legge possa essere riproposto nella prossima consiliatura. «La nostra speranza è che nella prossima consiliatura si creino le condizioni per l’assenza di quei soggetti ideologici che considerano la famiglia come un fastidio o qualcosa da rimuovere dalla vita dei figli. Quella che portiamo avanti – ribadisce Cia – è una battaglia di civiltà e la civiltà non è una moda ma qualcosa che dovrebbe caratterizzare la coesistenza sociale e individuale, quindi, dobbiamo avere il coraggio di essere testimoni: a volte con la scusa che bisogna essere aperti al dialogo dimentichiamo questo obiettivo».

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