24/11/2020 di Manuela Antonacci

Lezioni di fluidità di genere a scuola finiscono in Parlamento per un’interrogazione

La vicenda della scuola elementare e media Marconi, di Firenze, in cui alcune classi hanno adottato un progetto promosso da un’associazione queer, la Ireos Onlus– Centro Servizi Autogestito Comunità Queer, finalizzato a “individuare gli stereotipi di genere presenti in fiabe, racconti, personaggi dei cartoni animati, giocattoli, mass media e nella realtà della vita quotidiana” ha scatenato un vero e proprio putiferio, non solo nella scuola stessa, dove alcuni genitori si sono ribellati all’idea che venga insegnato un argomento delicato come le differenze di genere ai bambini, (peraltro sconvolgendo e invertendo i ruoli maschile e femminili presenti nelle favole) ma anche a Roma, dove il deputato fiorentino di FdI, Giovanni Donzelli, ha annunciato di voler parlare del caso, portandolo direttamente nelle aule parlamentari.

Il deputato si è anche rivolto a Sara Funaro, assessore all’educazione, chiedendole formalmente se non ritenga opportuno che il materiale didattico usato per un progetto simile, non venga reso pubblico per poter essere visionato dai genitori, prima di poter essere adottato. Anche a Palazzo Vecchio c’è chi ha condannato l’iniziativa della scuola, come il capogruppo di Forza Italia, Jacopo Cellai, che si chiede che senso abbia organizzare corsi gender alle elementari e se non sia, invece molto più utile un laboratorio sulla Costituzione per educare i bambini al rispetto. Intanto, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi, ha presentato un’interrogazione al sindaco, chiedendo, durante il laboratorio “che video sarà proiettato in classe e con quali contenuti” e se “nel quarto incontro durante il role playing sarà chiesto ai bambini maschi di vestirsi da donna e viceversa”.

Alla reazione di Draghi è poi seguita quella del consigliere comunale della Lega Andrea Asciutti che ha chiesto “la sospensione immediata di tale laboratorio”. Tuttavia, come ha ben sottolineato il deputato di FdI, Giovanni Donzelli, in merito alla vicenda, questo è solo l’inizio, infatti “Il Ddl Zan, sta giustificando questi metodi, e anzi la situazione peggiorerà una volta che sarà approvata. La nuova legge, già approvata dalla Camera, istituisce la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia per insegnare ai bambini delle elementari a scegliere, anche a giorni alternati, se sentirsi maschi, femmine, o trans. Abbiamo provato in tutti i modi a fermarli proponendo emendamenti di buonsenso alla Camera. La sinistra li ha tutti bocciati. Ma noi non ci perdiamo d’animo“.

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