14/10/2022 di Fabrizio Cannone

L’ennesima, drammatica, conferma degli studiosi: suicidi giovanili in aumento

La nostra società sembra spesso un coacervo di contraddizioni. Da un lato si lotta contro fumo e alcolismo, dall’altro si fa la promozione della cannabis e delle droghe leggere.

Da una parte si cerca di salvare più vite possibile (dal Covid ed altre malattie), dall’altra il suicidio e l’eutanasia vengono sempre più legittimati, quasi fossero scelte moralmente neutre e indifferenti. E finanche da promuovere e sponsorizzare

In questo contesto, colpisce l’amara denuncia dell’associazione dei pediatri secondo cui in Italia ci sarebbe »un tentato suicidio al giorno, tra gli adolescenti»        

«Ogni giorno nel nostro Paese una ragazza o un ragazzo, adolescente, ma anche pre-adolescente», quindi in età da scuola media ed elementare, tenterebbe il suicidio. Non sempre, per fortuna, con successo.

Mali antichi certo, ma che in contesti di edonismo e bassi standard valoriali, uniti a una crisi della famiglia ormai generalizzata, tendono a radicarsi ed ampliarsi.

Infatti, secondo il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), Antonio D'Avino, negli ultimi 2 anni di pandemia, i tentati suicidi tra i giovani sarebbero aumentati del 75%.

«Sono numeri impressionanti, da fall out post Covid-19» secondo D’Avino e i suoi collaboratori che ne stanno discutendo, assieme ad altri specialisti, «in occasione del Congresso nazionale della Fimp in corso fino al 15 ottobre a Riva del Garda».

Secondo Silvia Zecca, esperta di devianze giovanili, “I lockdown totali, le misure restrittive successive, quelle costanti di distanziamento per la prevenzione del contagio, hanno contribuito a creare un fortissimo disagio, un urlo silenzioso di cui ci siamo accorti nei nostri studi”.

I 464 appelli al Bambin Gesù di giovani con intenzioni suicide durante il biennio 2018-19, sono diventati 752 nel 2020-21. E forse la curva continuerà ad elevarsi.

A Riva del Garda, si sta parlando anche del tema nuovo ed esplosivo degli Hikikomori. Ovvero di soggetti vittime di una insana pulsione, diffusasi negli ultimi anni, verso l’isolamento fisico dagli altri e dalla società. il ragazzino tende a restare intere giornate chiuso in camera, senza vedere nessuno, spesso fuggendo anche la scuola e gli amici. «Come reazione, spiega lo psicologo Marco Crepaldi, alle eccessive pressioni di realizzazione sociale, tipiche della società capitalistiche economicamente sviluppate».

Da parte nostra vogliamo ribadire che la vita umana è sacra, in qualunque condizione di sviluppo, dal concepimento alla morte naturale. E in qualunque contesto storico, psicologico o di salute. Sani e malati, giovanissimi e anziani, ricchi e poveri, tutti dobbiamo essere consci del valore unico e indisponibile di ogni persona umana.

Solo la riscoperta di questa certezza, unita ad una cultura della famiglia e della vita, potrà invertire questi tristissimi numeri sul disagio dei nostri giovani e il declino della nostra civiltà.

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