Se, per ipotesi, un criminale tenesse in ostaggio seicento bambini e ne uccidesse due al giorno, quale orrore e sofferenza susciterebbe e cosa non si farebbe per fermare una simile follia? Eppure, è esattamente ciò che avviene a Benevento. Quasi ogni giorno nell’ospedale cittadino due bambini vengono uccisi con l’aborto legale. Seicento l’anno, appunto.
Un crimine odioso ma che, a differenza dell’uccisione dei bimbi già nati, non suscita orrore. Anzi, viene commesso nel silenzio dei media e nell’indifferenza più totale.
Abbiamo messo la firma per affermare che l’embrione è realmente “Uno di noi”, ma dobbiamo ammettere che sono in pochi a crederci.
O, pur credendoci, fanno come lo struzzo. Mettono cioè la testa sotto la sabbia e fanno finta di niente. Ma la tremenda verità dell’aborto, un figlio ucciso da sua madre, può essere irresponsabilmente oscurata o rimossa, ma mai soffocata.
Chi si accorge della contraddizione e della follia di una società che predica la ripresa economica e intanto continua a uccidere a milioni i suoi figli e con essi il proprio futuro?
Purtroppo è ancora debole la risposta del mondo cattolico nel contrastare questa cultura di morte. Anzi, è proprio da lì che arrivano accuse di “integralismo” a coloro – e chi scrive è tra questi – che osano levare la loro voce per denunciare quello che il Concilio Vaticano II definisce un “abominevole delitto” o per gridare la profonda ingiustizia dell’aborto di massa legittimato da una legge che il beato Karol non ha esitato a definire “atto di violenza”. Proprio da lì parte l’eresia: per tanti cattolici la 194 è diventata “una buona legge da applicare meglio”!
I sacerdoti a volte tacciono sull’aborto. Forse lo fanno per evitare (sbagliando: la ferita del post-aborto può guarire solo riconoscendo la realtà di ciò che è stato commesso, non nascondendola) di girare il coltello nella piaga della donna che ha confessato loro un aborto.
La scarsa presenza delle associazioni beneventane e l’assenza di quelle giovanili alla Marcia per la Vita del 12 maggio è un altro segnale di apatia dei cattolici verso i temi bioetici.
Il beato Karol ne era consapevole: “Troppo spesso i credenti, perfino quanti partecipano attivamente alla vita ecclesiale, cadono in una sorta di dissociazione tra la fede cristiana e le sue esigenze etiche a riguardo della vita, giungendo così al soggettivismo morale e a comportamenti inaccettabili” (EV 95).
C’è da riflettere se i giovani, oggi, corrano il rischio di essere indottrinati da una formazione ingabbiata e soffocante e di scivolare nell’incoerenza. Come chi è a servizio dei poveri, ma trascura il più povero tra i poveri, il bimbo non nato. O chi lotta per la pace nel mondo, ma ignora che la guerra affonda le sue radici nel disprezzo della Vita. O chi assiste i bambini Down ma è convinto che il feto affetto da quella stessa malattia vada, “per il suo bene”, abortito, come avviene nel 90% dei casi.
Ma anche lasciare sole le associazioni pro-life è un segnale di scarsa sensibilità al tema della Vita. Il Centro di Aiuto alla Vita, ad esempio, è sempre più indebitato e per insufficienza di fondi oggi è posto di fronte alla prospettiva di ridurre, se non chiudere, le sue attività.
Ma come si possono tagliare le attività per la Vita di fronte alla spaventosa e censurata realtà di quasi 6 milioni di aborti in 35 anni di 194, dei 100 mila embrioni distrutti ogni anno con la fecondazione artificiale e con l’uso massiccio- da parte di giovanissime! – di pillole abortive?
Nonostante le apparenze questo Paese non è morto, la speranza di risorgere è viva, c’è qui e ora. Lo hanno detto a voce chiara e alta i 30.000 (il doppio dell’anno scorso) che a Roma hanno dato vita alla 3° Marcia Nazionale per la Vita, che è ormai diventato il principale evento pro-life nazionale.
Nel 2014 si svolgerà sempre a Roma, domenica 4 maggio. Chi vuole ha tutto il tempo per programmare la partecipazione all’evento. Staremo col Papa Francesco che ai partecipanti alla Marcia ha raccomandato di “mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento” e che, nell’ambito dell’anno della fede, il 15 e 16 giugno celebrerà la giornata dell’Evangelium Vitae del prossimo santo Karol Woitila.
Ecco una preziosa occasione per approfondire e vivere questa mirabile Enciclica!
Contiamo sull’aiuto di Dio, fonte della Vita degli uomini e dei popoli. Tutto per la Sua gloria.
di Carlo Principe – responsabile del Cav di Benevento