La Repubblica d’Irlanda (EIRE) ha lanciato una campagna a favore del matrimonio (vero), contro la ridefinizione dell’antico istituto giuridico a favore delle unioni civili omosessuali.
“Mothers and fathers matter”, le madri e i padri servono, sono importanti. Questo è lo slogan, il concetto naturale di fondo.
Il 22 maggio, infatti, gli Irlandesi sono chiamati a votare per un referendum con cui la Costituzione verrebbe modificata per consentire la legalizzazione del “matrimonio” gay.
Se dovesse vincere il fronte omosessualista, l’Irlanda sarebbe il primo Paese ad introdurre le nozze gay a seguito di referendum, cioè con l’approvazione diretta del popolo. Non è un caso, infatti, che le leggi contro natura siano opera di élite, di una sorta di aristocrazia ideologica, che poi va a convincere e diffondere l’ideologia veicolata dalla legge nell’opinione pubblica, sovvertendo la concezione democratica che vorrebbe la legge espressione del popolo.
Basti l’esempio dell’aborto in Italia. Prima con abili manovre di propaganda e montagne di bugie è stata approvata la legge, spacciata per “moderata” (ricordate che si intitola “norme a tutela della maternità, ecc.”), e quindi confermata dal referendum. Poi si è diffusa la mentalità abortista e oggi l’aborto è divenuto – ahinoi – un gesto quasi banale.
Se si fosse chiesto semplicemente alla gente comune, “Sei favorevole o contrario all’aborto?” la stragrande maggioranza avrebbe risposto “contrario”. Così come oggi la stragrande maggioranza risponderebbe no al matrimonio gay.
In Irlanda, il popolo avrà questo potere, il 22 maggio. Ma i media e i potenti hanno da tempo cominciato la loro opera propagandistica martellante. Quindi ancora una volta la lotta per la ragione, la natura e il buon senso, nell’interesse primario e prioritario dei bambini, è dura.
Chi può, e conosce l’inglese, visiti il sito www.keepmarriage.org (keep marriage = salva il matrimonio) e www.facebook.com/
Redazione