Da anni l’ideologia gender si è infiltrata nelle scuole italiane, trasformando le classi dei nostri figli in un campo di battaglia ideologico. Non si tratta di casi isolati, ma di una strategia diffusa che passa attraverso progetti Lgbt nelle classi, la presenza di attivisti, l’adozione della cosiddetta “carriera alias” e altre iniziative che mirano a scardinare il primato educativo delle famiglie.
Primi passi dopo il lancio della nostra Campagna
Ecco perché di fronte a questa deriva Pro Vita & Famiglia ha di recente lanciato la campagna “Mio Figlio No”, un’iniziativa per denunciare con forza l’indottrinamento gender e restituire ai genitori il pieno controllo sull’educazione dei propri figli. Ed effettivamente dopo il lancio della Campagna alcuni primi passi sono stati compiuti, in particolare con la presentazione di due disegni di legge, uno a prima firma del deputato Alessandro Amorese, capogruppo di Fratelli d'Italia nella Commissione Cultura alla Camera e l’altro presentato invece dal deputato della Lega ed ex sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso. C’è stato poi l’annuncio, da parte del Ministro dell’Istruzione Valditara, della presentazione in seno al Consiglio dei Ministri, di un apposito Decreto Legislativo per introdurre il consenso informato dei genitori sulle attività scolastiche che riguardano la sessualità e l’affettività.
La proposta Amorese sul consenso informato
La proposta di Amorese - sul tema "Introduzione del requisito del consenso informato dell’esercente la responsabilità genitoriale per la partecipazione dello studente minorenne ad attività scolastiche vertenti su materie di natura sessuale, affettiva o etica" -, presentata lo scorso 25 febbraio, mira infatti a introdurre l'obbligo del consenso informato da parte dei genitori o tutori per la partecipazione degli studenti minorenni ad attività scolastiche riguardanti tematiche sessuali, affettive o etiche. Secondo Amorese, infatti è fondamentale «rispettare la libertà educativa delle famiglie, evitando imposizioni culturali e possibili indottrinamenti su argomenti di grande sensibilità». La proposta prevede che le famiglie possano esercitare il loro diritto al consenso informato, consultando preventivamente il materiale didattico utilizzato in queste attività, garantendo così trasparenza nell'offerta formativa e tutelando il diritto delle famiglie a essere parte attiva nelle scelte educative dei propri figli.
La proposta Sasso sulla Carriera Alias
La proposta di Sasso, invece, - che ha contestualmente presentato il suo nuovo libro, giovedì 6 marzo, dal titolo “Il Gender esiste. Giù le mani dai nostri figli” - reca disposizioni sulle “Norme sul riconoscimento dell’identità di genere in ambito scolastico e sul consenso informato preventivo delle famiglie". La proposta si pone dunque l’obiettivo di fornire un «quadro di riferimento certo e adeguato agli operatori scolastici qualora situazioni di disforia di genere possano interessare alunne o alunni del sistema scolastico nazionale», come ha spiegato lo stesso Sasso, che ha anche ribadito che «non ci può essere spazio per il gender nelle scuole italiane» e dunque la necessità di porre uno stop a tutti progetti, le iniziative e le istanze Lgbtqia+ all’interno delle aule.
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Non basta una Circolare Ministeriale
Importanti primi passi, si diceva, ma che necessitano sicuramente di migliorie, aggiunte e modifiche nella fase emendativa degli iter di legge che dovranno necessariamente - sarebbe grave il contrario - essere avviati il prima possibile da parte dell’attuale Parlamento. Il tiro, per esempio, va aggiustato modificando laddove è previsto - attualmente - che la procedura con cui una scuola chiede il consenso informato dei genitori sarà stabilita tramite una Circolare Ministeriale. Un “dettaglio” fondamentale, poiché una semplice Circolare può essere modificata e stravolta all’arrivo di ogni nuovo Ministro e dunque un futuro rappresentante di un Governo di centrosinistra o comunque più incline all’Agenda Lgbtqia+ potrebbe di conseguenza fare letteralmente il buono e il cattivo tempo in materia di libertà educativa.
Nessuna apertura alla Carriera Alias
Allo stesso modo la legge deve essere chiara, vincolante e non può lasciare né dubbi né spazi ad interpretazioni ideologiche. Ecco perché, in fase di discussione ed emendativa, vanno eliminati anche i rischi di una, anche se flebile, apertura alla Carriera Alias. Cercare di normarla significherebbe infatti rischiare di fa passare il messaggio agli adolescenti che si può davvero nascere nel “corpo sbagliato” e per questo poter cambiare sesso. Quindi neanche una leggera apertura prevedendo la presentazione di una certificazione attestante l’ «avvio» della procedura di rettificazione di attribuzione del sesso può andare bene. In egual misura, poi, sarebbe pericoloso parlare - all’interno del testo di una legge - di «sesso diverso da quello biologico loro attribuito alla nascita». La giusta volontà di impedire a maschi e femmine di partecipare a competizioni sportive specificamente riservate all’altro sesso non può infatti portare una legge dello Stato ad affermare che davvero esiste un «sesso biologico attribuito alla nascita» poiché questa affermazione è una contraddizione della scienza. Sappiamo bene, infatti, che il sesso non è qualcosa che si «attribuisce» alla nascita, ma un dato biologico - dunque scientifico - incontrovertibile.
Serve una legge di dettaglio e vincolante
Ecco perché è un bene che queste proposte di legge siano state presentate - cosi come è un bene il decreto legislativo annunciato dal Ministro dell’Istruzione Valditara per introdurre il consenso informato dei genitori sulle attività scolastiche che riguardano la sessualità e l’affettività. Ma è fondamentale e non rimandabile emendare tutte le criticità e aggiungere tutti i dettagli necessari per renderla davvero efficace per il bene di bambini, adolescenti e dei loro genitori, come per esempio obbligare le scuole a segnalare ogni iniziativa sensibile in una apposita sezione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) e a comunicarle tempestivamente alle famiglie specificando argomenti, relatori e materiali utilizzati.
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