È in corso ormai da gennaio ed è stata depositata in un buon numero di Comuni italiani. Stiamo parlando della raccolta di firme per la triplice proposta di legge popolare dell’associazione Liberi in Veritate. Le proposte toccano temi anche molto diversi tra loro ma c’è un filo rosso che le unisce: la difesa della libertà in tutte le forme non disgiunta dalla difesa dell’ordine naturale delle cose e dell’antropologia tradizionale. Nelle tre proposte di legge sono in primo piano, infatti, le libertà di acquistare, di produrre e di educare. Al principio tecnocratico del controllo sui cittadini, viene contrapposto il principio democratico della responsabilità degli stessi. Sarà possibile raccogliere firme fino al 30 giugno 2024.
Nel dettaglio, la prima raccolta firme prevede il diritto alla libertà di pagamento in contanti. Si proporrà all’art. 1277 del codice civile (Debito di somma di danaro), l’aggiunta della seguente dicitura: «Comma 3: “L’estinzione delle obbligazioni pecuniarie può sempre avvenire mediante pagamento in denaro contante”».
La seconda petizione tutela il diritto all’autoproduzione di cibo. Nella costituzione della Repubblica Italiana, al Titolo III (Rapporti economici), all’articolo 44, si aggiunge come segue: «Terzo comma. “Tutti i cittadini e i soggetti residenti nel territorio della Repubblica hanno il diritto assoluto e irrinunciabile di coltivare la terra e di allevare animali sul suolo di proprietà, senza scopo di lucro, per il soddisfacimento dei bisogni alimentari propri e della propria famiglia”».
La terza petizione è – sicuramente per i temi cari a Pro Vita & Famiglia – quella che merita più attenzioni e riguarda lo stop all’indottrinamento gender nelle scuole. Nella Costituzione della Repubblica Italiana, al Titolo II (Rapporti etico-sociali), all’Articolo 30 si propone di aggiungere come segue: «Comma 2-bis: Le scelte relative all’educazione e all’istruzione dei figli minori in ambito religioso, morale, scientifico, sanitario, politico e affettivo-sessuale spettano in ultima istanza al padre e alla madre, i quali pertanto potranno sempre negare il proprio consenso all’insegnamento all’interno della struttura scolastica di teorie contrastanti con i loro principi e convinzioni morali».
«Vogliamo che nella scuola pubblica non ci sia più in alcun modo propaganda gender», sottolinea Davide Lovat, membro del direttivo nazionale di Liberi in veritate, che, in un video di presentazione della proposta di legge mette in luce la foglia di fico della «parità di genere» o del «rispetto delle donne», finalizzata, in realtà, a introdurre l’ideologia del gender, quindi a «creare inimicizia tra maschio e femmina, rompere l’alleanza antropologica su cui si fonda la civiltà umana, l’alleanza tra maschio e femmina, e in una prospettiva più lunga sancire il dominio della tecnica sulla produzione».
Lovat non lesina di ricordare le prospettive distopiche veicolate dalle «élite finanziarie in direzione di padroneggiare la tecnica della fecondazione artificiale»: dalla «ectogenesi» (ovvero l’utero artificiale), alla spinta a rendere «obsoleto il matrimonio», fino alla totale confusione tra ruoli e comportamenti maschili e femminili. Saranno quindi, ammonisce Lovat, la fertilità e la fecondità ad essere «sempre più mercificate» e considerate come un «bene di consumo».