27/03/2022 di Francesca Romana Poleggi

Le fake news del Corsera: «il porno per le donne e con le donne»

La pornografia  è definita dagli esperti la produzione di materiale audiovisivo diretto all'eccitazione e allo sfogo sessuale. 
A tale proposito, sul Corriere.it di oggi, 27 marzo, c'è un articolo che fa molto pensare (non val la pena di leggerlo: ve lo raccontiamo qui).
 
Noi di ProVita & Famiglia siamo accusati di propalare fake news quando diciamo che l'aborto fa male (anche) alle donne. Invece, il Corsera, che è probabilmente depositario della verità indiscussa e indiscutibile dei salotti buoni radical chic, di quelli che fanno/seguono il pensiero unico dominante, si può permettere di scrivere che c'è un filone porno "buono" che si fa "con le donne e per le donne" ed ha un alto "valore educativo".
 
Viene intervistata in proposito tale Erika Lust, nota porno produttrice, "intellettuale" (formatasi all'università di Lund, in Svezia), che ha capito perché il porno "classico" è male e fa male: perché è eterosessuale e maschilista. 
Si è allora dedicata (eroicamente, perché nessuno le dava credito) alla produzione di libri e film pornografici in cui - dice - « il piacere delle donne conta tanto quanto quello degli uomini». Lei, per ispirare le sue sceneggiature (?) raccoglie on line le fantasie più perverse che il popolo di internet le scrive. Lei poi le seleziona e le mette in scena creando spettacoli per tutti, uomini e donne.
I contenuti? «Dominio e sottomissione, sesso di gruppo, a tre, con uno sconosciuto, virtuale. E ancora infedeltà, festini...». 
Dice la Lust che i porno "classici" sono pieni di stereotipi obsoleti, sessisti e standardizzati, invece i suoi film «mostrano quanto possa essere ampia e varia la sessualità». Fanno «vedere più contesto, autenticità, creatività, piacere e, soprattutto, consenso». 
Forse non siamo abbastanza esperti del settore, ma ci sembra che i contenuti siano gli stessi! O no?
 
Però la Lust insiste che il suo porno è speciale: «Per questo sia le persone che compongono la troupe sul set sia quelle che lavorano nei miei uffici sono principalmente donne. Abbiamo bisogno di loro, così come abbiamo bisogno di persone LGBTQ+ e BIPOC (acronimo che sta per Black, Indigenous and People of Color e si riferisce quindi a neri, indigeni e persone di colore, ndr del Corsera) in posizioni di potere in tutti gli aspetti del business del cinema porno, dalla produzione alla regia passando per la sceneggiatura».
Il risultato è soprendente, a quanto pare: «Evitiamo di mostrare le donne come fossero l’oggetto passivo di uno sguardo predatorio».
Però, quando sono impegnate in un orgia, che fa, non le inquadra?
Nei suoi film «le persone riescono a rispecchiarsi», i suoi film possono ispirare ed educare  la gente a essere «più ricettiva alla vasta gamma della sessualità fuori dallo schermo: per molti spettatori il cinema per adulti alternativo è anche un mezzo che li aiuta a celebrare l’erotismo e li incoraggia a viverlo in vari modi».
Dulcis in fundo: la Lust ammette che il porno non è adatto per fare educazione sessuale (vivaddio!), però dice che diventa di fatto fonte di educazione sessuale per i ragazzini perché noi "bigotti" non facciamo "educazione sessuale completa", che - consentiteci di sintetizzare - significa fare lezioni porno a scuola, fin dall'asilo. Non poteva mancare la promozione delle linee guida delle varie agenzie Onu che "per il bene dei nostri figli" promuovono la loro sessualizzazione precoce!
Tutto questo si commenta da sé. 
Che la signora Lust faccia il suo mestiere e dica quelle cose non ci stupisce. Certi "mestieri" sono vecchi quanto il mondo. Quello che troviamo decisamente inaccettabile è che sia una testata come il Corsera a veicolare certi messaggi.
Però, a pensarci bene, per quanto sia inaccettabile, non è affatto sorprendente, visto che è da parecchio tempo che il giornale di via di Solferino, quello che era uno dei più prestigiosi giornali italiani, si è dedicato alla divulgazione di fake news politicamente corrette.  
 
 
 
 
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