27/04/2014

Lasciano morire un bambino prematuro di 22 settimane nonostante le richieste di aiuto della madre

La dirigenza di un ospedale britannico ha ufficialmente presentato le proprie scuse a una donna, quattro anni dopo che i medici e il personale le avevano lasciato morire il figlio prematuro di 22 settimane tra le braccia a meno di un’ora dalla nascita, nonostante le pressanti richieste di aiuto. Tracy Godwin, che nel 2010 ha tenuto al petto il neonato Tom per 46 minuti prima che cessasse di respirare, afferma che nulla le era mai stato detto circa la politica dell’ospedale che prevede che i bambini nati prima della 23a settimana siano lasciati morire.

L’ospedale non ha però dato segno di aver cambiato la propria politica, ma solo presentato l’entrata in vigore di nuove linee guida per il personale per la corretta gestione di casi simili.

A quanto riferisce il Daily Mail, un medico legale afferma che il Southend Hospital di Essex avrebbe fatto una serie di errori, tra i quali scarsa comunicazione, mancanza di assistenza post-partum alla Godwin da parte di personale qualificato, e carenza di adeguata consulenza dopo la morte del bambino.

La Godwin ha però dichiarato che se fosse stata al corrente delle politiche dell’ospedale, avrebbe certamente partorito in qualche altra struttura. L’esperienza traumatica la perseguita ancora a quattro anni di distanza. “me lo hanno messo fra le braccia, e il bambino piangeva, divincolandosi. Potevo sentirlo respirare e vedere le ciglia e le dita dei piedi”, racconta. “Ma io continuavo a pensare: ‘Dov’è l’incubatrice?’ pregavamo le ostetriche di fare qualcosa per aiutarlo, ma nessuno rispondeva. Non è nato morto, stava cercando di vivere”. “Se ci avessero provato per un’ora e detto che non potevano fare niente di più per lui o che era gravemente cerebroleso, sarebbe stato diverso, ma non gli è stata data alcuna possibilità”.

È stato solo 6 settimane dopo la morte del figlio che la Godwin è venuta a conoscenza delle politiche di non rianimazione, nel corso di una riunione con il personale dirigente ospedaliero. Gli orientamenti etici impiegati attualmente da molti ospedali del Regno Unito suggeriscono che i neonati pretermine “di meno o pari a 22 settimane di gestazione” devono essere lasciati morire mentre gli vanno somministrate “solo cure palliative”. Una bambina nata prematuramente in un ospedale del Regno Unito nel 2012 scampo’ di poco alla morte dopo che i medici notarono che pesava abbastanza per essere considerata “vitale” secondo i parametri di assistenza, senza rendersi conto che erano un paio di forbici lasciate accidentalmente sulla bilancia ad alzare il peso della neonata fino agli standard per loro accettabili.

La Godwin, che ha ricevuto dall’ospedale un risarcimento non ufficialmente dichiarato, ritiene che il suo calvario abbia “portato cambiamenti significativi nell’ospedale, e che nessun altra madre passerà per ciò che ho passato”. Il medico legale ha però stabilito che il bambino è morto per cause naturali e che la mancanza di assistenza da parte dell’ospedale di cura “non influenzò il risultato”.

Traduzione a cura di Giovanni Reginato

Fonte: Life Site News

 

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