15/12/2018

Ladispoli “ città per la vita ”: impegno del comune tirrenico nella prevenzione dell’aborto

Dopo Verona, Ladispoli è il secondo Comune italiano a proclamarsi ufficialmente come Città a favore della vita. Lo scorso 27 novembre, il consiglio comunale della cittadina marittima nei pressi di Roma ha approvato la mozione dei consiglieri Giovanni Ardita e Raffaele Cavaliere (entrambi Fratelli d’Italia), che impegna il Comune a «fare la sua parte a tutela della vita delle donne, dei bambini, delle coppie e delle famiglie».

Sul piano concreto, l’amministrazione comunale si fa carico di garantire la massima assistenza alla maternità, in particolare alle maternità difficili, secondo i dettami della legge 194/78, nella sua parte preventiva. «Gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite», si legge infatti nell’articolo 1 della medesima normativa.

La mozione è stata approvata a maggioranza dai gruppi consiliari di Lega, Fratelli d’Italia e della lista civica Cuori Ladispolani. Voto contrario da parte di Pd e M5S, protagonisti di un acceso confronto a mezzo stampa con i consiglieri proponenti. L’accusa è la stessa degli oppositori alla mozione veronese: contrarietà allo spirito della legge 194. «Ricordiamo che la sinistra a Ladispoli è stata al governo per circa 20 anni e probabilmente non hanno fatto assolutamente niente per circoscrivere, con un sostegno reale così come previsto dalla legge 194/78, il dolore dovuto a una decisione così drammatica come abortire un bambino, ancora meno per aiutare a superare le sofferenze post-traumatiche», scrive il consigliere Cavaliere in un articolo su una testata locale online.

Secondo Cavaliere, obiettivo dell’opposizione consiliare è «indottrinare i propri seguaci con propaganda poco attinente alla realtà dei fatti». La “sinistra”, aggiunge il consigliere FdI, è ormai «priva di contenuti ideologici, non ha più valori da proporre al proprio elettorato e cerca di manipolare i propri aderenti con slogan del passato a dimostrazione che non sa fare altro che essere attaccata in modo nostalgico a un passato nel quale, giustamente, difendeva i più deboli». Difendendo «gli interessi delle banche, fa lobbying a favore dei poteri forti e dell’alta finanza», scrive Cavaliere, la sinistra «cerca di eliminare la sovranità del popolo e monetaria, distrugge i diritti acquisiti dei cittadini forzando l’indottrinamento con concetti pseudo progressisti e ingannando la gente sui presunti beni che porta la globalizzazione e la sostituzione etnica, l’ideologia gender», diffondendo di fatto la “cultura della morte”.

Luca Marcolivio

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