24/11/2021 di Luca Volontè

La Scozia difende la presenza di transgender nelle carceri femminili

Il ministro della Giustizia scozzese ha difeso la politica del paese di mettere gli uomini transgender nelle prigioni femminili.

Lord Wolfson ha respinto le accuse di coloro che sono preoccupati perché l’esecutivo non si fa scrupoli a lasciare che gli stupratori condividano le prigioni con le donne. Wolfson ha bollato come un "grossolano fraintendimento" le accuse e le proteste per le scelte del governo, dicendo che i prigionieri transgender sono trattati caso per caso, tenendo conto del rischio per le donne. Ha confermato che ci sono anche detenuti trans con certificati di riconoscimento del genere (GRC), alloggiati in prigioni maschili dopo una attenta valutazione.

La polemica si è riaperta dopo che l'Alta Corte ha stabilito, nei mesi scorsi, che è legale la politica del Ministero della Giustizia (MoJ) che ha permesso ai prigionieri di essere alloggiati secondo la loro identità di genere "indipendentemente dal fatto che abbiano intrapreso qualsiasi azione legale o medica per acquisire quel genere".

Sia ben inteso, qui nessuno intende concedere alcun lascia passare alle donne che commettono crimini, tuttavia la reale preoccupazione e lo sconcerto derivano dal fatto che la punizione in carcere per le donne non dovrebbe includere la minaccia di stupro e di violenza da parte di brutali stupratori che hanno deciso di identificarsi come donne e di essere mandati in un'unità carceraria femminile. Questa doppia punizione per le donne è semplicemente ingiusta e assolutamente inaccettabile, almeno quanto non lo sia la scelta di consentire ad un uomo colpevole di reati di auto dichiararsi donna e per di più di farlo solo per essere trasferito nelle carceri femminili.

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