03/06/2020 di Manuela Antonacci

La lotta intestina al mondo Lgbt sulla questione dell’identità di genere

E’ scattato il cortocircuito del buonsenso finalmente, in una parte del mondo arcobaleno! Stiamo parlando di quelle che sembrano essere gravi controversie ultimamente scoppiate tra ArciLesbica e il mondo dei transgender.

Il motivo è presto detto: ad Arcilesbica non va proprio giù che chi semplicemente si dichiari donna (senza esserlo nella realtà biologica dei fatti) pretenda di conquistare spazi che le donne si sono guadagnate negli anni, con immensa fatica. Difficile biasimare una simile presa di posizione, basti pensare ad una sola di queste ingiustizie e che tuttavia rappresenta semplicemente la punta dell’iceberg, ovvero, tanto per fare un esempio, all’enorme disagio che atleti trans stanno creando nel mondo dello sport con la loro pretesa di gareggiare nella categoria femminile, collezionando ovviamente vittorie su atlete realmente donne che non possono, per natura, vantare la stessa massa muscolare.

Anche le femministe quindi si soni chieste cosa c’è ancora da aspettarsi. Che le transessuali in nome di una presunta identità femminile, accedano alle quote rose, sottraendole a chi ne ha realmente di diritto? Certo è che Arcilesbica fa sul serio e non si ferma, sostenendo quanto l’immensa balla de “gender” sia deleteria per le donne, al punto da aver firmato la “Declaration on women’s sex-based right”, la Dichiarazione per i diritti delle donne basate sul sesso, sottoscritta anche da un gruppo di accademiche, scrittrici e attiviste in tutto il mondo, con lo scopo di eliminare “tutte le forme di discriminazione contro le donne che risultano dalla sostituzione della categoria del sesso con quella dell’identità di genere”.

Ed è così che ora, all’interno del mondo LGBT volano stracci: le associazioni transgender e Arcigay chiedono di cacciare Arcilesbica dall’Arci. Ma Cristina Grimolini, presidente di Arcilesbica non si smuove di un millimetro ribadendo che il suo movimento non è transfobico ma femminista. Eppure i dissapori all’interno del mondo LGBT vanno avanti già da un po’, da quando Ariclesbica ha cominciato a battersi contro l’utero in affitto, su cui proprio non sono disposte a trattare. Che interpretazione dare a tutto questo? Semplicemente che, quella balla scientifica che va sotto il nome di ideologia gender, sta presentando finalmente il conto alle donne (“donne” veramente!).

Eh sì perché annullare ogni differenza biologica tra il maschile e il femminile, evidentemente non è così vantaggioso per la rivendicazione dei “diritti” e questo Acrilesbica finalmente pare averlo capito. Infatti, proprio l’irriducibile binarietà tra maschile e femminile e le peculiarità di ciascun sesso è ciò su cui può basarsi un minimo di giustizia sociale che, a partire dal riconoscimento dell’unicità delle caratteristiche e dell’apporto di ciascuno dei due sessi alla società, può poi tradurre tutto questo in risposte concrete.
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