Dal mondo della genetica arriva una esplosiva notizia: l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti ha rilasciato un nuovo brevetto ad una compagnia californiana, 23andMe, una società che offre informazioni genetiche a chi manda un campione di saliva e una somma di denaro.
23andMe è stato premiato per la sua “calcolatrice di eredità” grazie alla quale i futuri genitori possono venire a conoscenza dei tratti che i figli potrebbero avere. La controversia riguarda l’estensione del brevetto al settore della fertilità, dove questa potrebbe essere utilizzata nel processo di selezione dei donatori di sperma e ovuli per creare un bambino con le caratteristiche fisiche desiderate.
Nel brevetto c’è la possibiltà di scelta tra le seguenti alternative: “Preferisco un bambino con.../Durata complessiva prevista di vita / costo dell’assistenza sanitaria attesa/ attesa durata di periodo di ospedalizzazione/ possibili tratti della prole.
Nonostante 23andMe abbia rilasciato una dichiarazione nella quale afferma di non voler utilizzare la “calcolatrice di eredità” nelle cliniche di fertilità, la stampa di tutto il mondo manifesta la sua preoccupazione. Si teme infatti che venga usata per soddisfare i desideri di genitori curiosi, realtà dalla quale non siamo molto lontani. Questo non è altro che un metodo più sofisticato e preciso di quello che la società ci sta proponendo da anni.
Non sono nuove le notizie di mamme che chiedono lo sperma di persone di una certa altezza o con un certo colore di occhi. Esistono tanti bambini creati dal corredo genetico di tre persone diverse.
Una volta che abbiamo deciso che bambini non vogliamo siamo ad un piccolo passo dal scegliere come vogliamo i nostri bambini.
Anche se 23andMe non usasse mai il suo brevetto, un giorno qualcuno ci offrirà un servizio simile. A meno che la società non torni all’idea che un bambino è un dono, alto o basso, chiaro o scuro, in salute o ammalato, è un dono e non un accessorio scelto in base al gusto del genitore.
Traduzione a cura di Carmen Fiore
Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese
di Rebecca Taylor