14/04/2015

L’ animalismo come disprezzo dell’uomo

E’ ancora nelle orecchie di tutti la proposta di legge dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, che, in nome dell’animalismo, vieterebbe ogni forma di allevamento, commercializzazione e consumazione di carne di coniglio, pena una sanzione fino a due anni di carcere.

Difficilmente una simile proposta potrà concretizzarsi – in quanto troppo distante dalla realtà – e tuttavia una simile uscita rappresenta senz’altro un’importante spia dei tempi che viviamo.

Mi sono meravigliato, anzi, della meraviglia generale. Difatti ero stupito solamente del fatto che una legge simile non fosse stata già proposta. Io sono cresciuto alla scuola di Robert Musil, il quale, nel suo capolavoro incompiuto dell’Uomo senza qualità, scriveva: “Nella storia del mondo non accade mai nulla d’irragionevole. Nel mondo sì, molto spesso! Nella storia del mondo, mai!”. Questo significa andare alle origini dei fatti per capire come siano potuti accadere. D’altra parte non esiste la generazione spontanea, né in biologia ma neppure nella storia dell’uomo. Il futuro è già incluso nel presente perché nelle premesse sono già scritte le conseguenze, solo che molti sono analfabeti e non sanno leggerle. L’ex ministro non si è alzata un mattino e ha proposto una cosa campata in aria dopo essere stata presa da un raptus di follia.

E’ logico. Se noi siamo animali (dopo tutto chi nel mondo moderno osa ancora credere nell’anima immortale e nella creazione divina?), se siamo soltanto materia, che differenza dovrebbe sussistere tra l’animale uomo e tutti gli altri animali?

Quale sarebbe la discriminante per considerarlo qualcosa di più importante? Forse un accidente dell’evoluzione che lo ha reso più intelligente (per alcuni uomini questo dev’essere ancora dimostrato) degli altri animali? Bertrand Russell, che cristiano non era, sosteneva che se l’uomo derivasse davvero dalla scimmia, allora non solo le scimmie avrebbero dovuto acquisire i nostri stessi diritti, ma questi sarebbero dovuti essere estesi a ogni forma animale. “E perché fermarsi alle scimmie?” si chiedeva per l’appunto Russell. “Non vedo cosa si potrebbe rispondere ad un argomento in favore del voto alle ostriche. Un seguace dell’evoluzione sosterrebbe che non solo la dottrina dell’eguaglianza di tutti gli uomini, ma anche quella dei diritti dell’uomo, dev’essere condannata come antibiologica, poiché fa una distinzione troppo netta tra gli uomini e gli altri animali”.

A scuola ricordo la mia professoressa di scienze del liceo che diceva che tutti gli animali sono uguali e che nessun animale può considerarsi detentore di una maggiore dignità rispetto agli altri. E una mia compagna, quindi, disse che se ciò che Darwin diceva era vero (e chiaramente per lei era vero perché per la scuola la teoria darwiniana è un dogma), allora gli uomini sono dei cannibali se mangiano gli animali.

Affermazione esatta. Se infatti l’uomo è un animale come gli altri e se tutti gli animali sono uguali, allora gli animali devono avere gli stessi diritti, né devono essere maltrattati, né men che meno mangiati. Quindi, perché dare solo due anni a chi mangia coniglio? Dovremmo dargli l’ergastolo!

Tutt’al più possiamo dargli le attenuanti, dicendo che un uomo assassino di conigli è stato abituato a pensarla in quel modo fin dall’infanzia, perché in fondo la colpa è stata della sua famiglia bigotta che lo ha plagiato coi concetti (stereotipi?) di antropocentrismo e di superiorità dell’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio. Quindi l’ergastolo va dato alle famiglie a cui l’educazione delle nuove generazioni va tolta.

Un giorno non molto lontano la proposta di legge sui conigli diventerà realtà e si estenderà pian piano ad ogni specie animale. Si è però voluto partire dai conigli perché bisogna battere sempre sul caso pietoso, proprio come si fa con l’eutanasia o con l’aborto. Dunque meglio partire dai simpatici coniglietti dal musetto così grazioso. E una volta che si è provocata una falla nella diga, ben presto questa cadrà di schianto. Si arriverà così al vegetarianismo universale.

Ma non è tutto. Perché mai un animale dovrebbe avere la pretesa di ritenersi qualcosa di più importante rispetto a un ciuffo d’erba che magari prova anche lui dolore quando viene strappato? E forse allora sì che si arriverà un giorno al cannibalismo, tra di noi, perché forse concluderemo che l’unico essere al mondo meritevole di essere divorato sarà solamente l‘uomo, cancro della terra da estirpare!

Coloro che portano avanti istanze animaliste spesso sono pervasi da un grande odio per la razza umana. Non a caso sono gli stessi che promuovono intensive campagne abortiste sia nei paesi ricchi che in quelli del terzo mondo, che propagano l’eutanasia e via via tutte le altre barbarie che conosciamo bene e che sono presenti nel mondo quando viene meno la carità.

Ma, in fin dei conti, che senso ha la carità se l’uomo è soltanto un animale come tutti gli altri, e quando per l’appunto la legge della carità è stata inventata da un povero pazzo che non si credeva figlio della Madre Terra ma Figlio di Dio?

Amombogì

 

 

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