06/04/2015

Intervista esclusiva a Gianluigi Gigli, neo presidente del MPV

Il nuovo Presidente del Movimento per la Vita, psichiatra e neurologo, si è battuto strenuamente per tentare di salvare Eluana Englaro.

Membro del comitato esecutivo di Scienza e Vita, è stato eletto al Parlamento con Scelta Civica e ora siede tra i deputati “Per l’Italia”.

Il 22 marzo scorso, la nomina di Gianluigi Gigli alla presidenza del MPV. Molto cortesemente, nonostante i suoi immaginabili e innumerevoli impegni, ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Caro Presidente, la Vita, oggi, è minacciata da tanti punti di vista: la “cultura della morte” si nasconde dietro diverse maschere semantiche (grazie alla neolingua) come i “diritti”, le libertà, la pietà, la dignità. Siamo eccessivamente allarmisti?

– In effetti, la rivoluzione del costume (e del pensiero) è stata spesso veicolata da operazioni di vera e propria ingegneria linguistica, con la trasformazione semantica dei concetti per modificarne il significato e colorarlo secondo i voleri di chi detiene il potere della comunicazione. E’ così che l’aborto del feto è stato edulcorato in interruzione volontaria della gravidanza; che l’aborto stesso e la sterilizzazione, finalizzati evidentemente a evitare la riproduzione hanno potuto trasformarsi in strumenti per la salute riproduttiva; che la pratica schiavistica dell’utero in affitto ha potuto mascherarsi nella generosa ‘gravidanza per altri’; che la fecondazione artificiale è diventata procreazione medicalmente assistita e che, al contrario, la NIA (nutrizione e idratazione assistita) è stata etichettata spregiativamente come alimentazione forzata; per l’eliminazione dei morenti, infine, si parla di morte pietosa. Lo stesso sta accadendo oggi sotto la pressione della ideologia del gender, con la creazione del neologismo ‘omofobia’.
Si tratta di operazioni che, a più o meno lungo termine, producono inevitabilmente i loro effetti nefasti. E’ anche per questo che l’aborto, da fatto criminoso, ha potuto trasformarsi nel giro di pochi decenni prima in ‘sconfitta sociale’ e poi in diritto civile. E’ per lo stesso motivo che, nelle situazioni di grave disabilità, le terapie di sostegno hanno finito per essere squalificate come accanimento terapeutico. Altri esempi potrebbero essere fatti. La ripresa di una mentalità favorevole alla vita, dunque, ricomincia dalla riappropriazione del linguaggio e dal rifiuto delle categorie imposteci a fini di colonizzazione ideologica.

Bludental

– Quali le più urgenti battaglie per la vita e la famiglia, in Parlamento?

Unioni civili, legge antiomofobia, dichiarazioni anticipate di trattamento, eutanasia, definitivo abbattimento di ciò che resta della legge 40/2004: purtroppo abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Ma per fortuna abbiamo anche la possibilità di impegnarci in una strategia preventiva che ritengo più copiosa di risultati positivi. Si tratta di battaglie a favore della famiglia, perché sia messa in grado di farsi carico di chi nasce, di chi è disabile e degli anziani non più autosufficienti. Si tratta, più in generale, di promuovere un favor familiae che, per quanto insufficiente se non accompagnato da una profonda opera educativa, è la necessaria premessa per prevenire l’aborto e l’eutanasia.

– Il Movimento per la Vita coordina i CAV, le culle per la vita: realtà concrete che operano capillarmente in tutta Italia: decine di migliaia di vite salvate ogni anno. Lei ha in mente il varo di nuove strategie?

– Vorrei migliori strumenti di comunicazione per valorizzare l’enorme lavoro che si sta facendo e per raccogliere i fondi necessari per potenziarlo. Vorrei allargare anche il nostro raggio di azione al campo degli anziani abbandonati e sofferenti. Ritengo che la legge delega sul Terzo Settore all’esame del Parlamento e i decreti legislativi che le seguiranno possano disegnare nuove modalità organizzative e favorire la trasformazione di alcune nostre strutture di volontariato in cooperative e imprese sociali. Si tratta, in fondo, solo di potenziare la cultura solidaristica che già anima il Movimento, dotandola di nuovi e più attuali modelli organizzativi.

– Quanto al fine vita, cosa pensa della nuova legge francese? Alcuni in Italia stanno cercando di farla passare per una soluzione accettabile, equilibrata. Addirittura alcuni suoi colleghi scrivono che Pio XII sarebbe d’accordo. Si dimenticano che la legge francese prevede la sedazione (per morire senza dolore) contestualmente alla sospensione di nutrimento e di idratazione...

– La sedazione a fini palliativi non ha nulla a che vedere con la sospensione di idratazione e nutrizione e tanto meno con l’eutanasia, se non è fatta per accorciare la vita del paziente. Trovo assolutamente scorretto tirare in ballo Pio XII a sostegno di tali vedute. Papa Pacelli, infatti, nel celebre discorso agli anestesisti accettò l’uso degli oppiacei, giustificandolo con il principio del duplice effetto, ma solo perché il fine era quello di lenire il dolore e non certo quello, se pur possibile, di accorciare la vita, conseguenza questa in ogni caso doverosamente non intenzionale.

– Cosa possiamo fare, come possiamo agire, noi cittadini, società civile?

– La società civile ha ampi spazi di mobilitazione. Basterebbe pensare cosa accadrebbe se ogni donna che si reca in un consultorio pretendesse che le venissero illustrate le possibili alternative all’aborto, anche di ordine economico. Oppure a come sarebbe facile debellare la penetrazione dell’ideologia del gender nelle scuole, se comitati di genitori si opponessero nei consigli di istituto a ogni forma di indottrinamento all’interno del piano di offerta formativa o nelle attività paracurricolari.

– E’ possibile, secondo lei, riunire tutte le associazioni pro life e per la ​f​amiglia, superando le rivalità e le appartenenze ideologiche, o partitiche?

– Me lo auguro e lavorerò per questo. Occorre però che quanti vogliono lavorare insieme lo facciano senza secondi fini, a cominciare da quelli di natura ideologica, nella convinzione che l’ideale comune è più importante delle cose che ci dividono.

Francesca Romana Poleggi

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