Quando si pensa all’infibulazione la mente vola subito all’Africa ed alle tribù indigene ma queste pratiche rituali che hanno per vittime le bambine sono diffusissime anche nel cosiddetto mondo occidentale.
Con l’espansione dell’immigrazione extracomunitaria, queste usanze trovano nuova vita anche nel Vecchio Continente in le mutilazioni avvengono grazie a donne in loco oppure durante le vacanze estive nei paesi d’origine.
L’ultimo Stato in ordine di tempo a levarsi dal torpore è la Svezia: il servizio sanitario di Norrkoping, ed è notizia di ieri, ha scoperto 60 bambine tra i 4 ed i 14 anni che hanno subito mutilazioni genitali.
Una pratica, questa, che oltre a procurare immani sofferenze, ha strascichi ben più pesanti per tutta la vita, con la possibilità di arrivare all’infertilità, vivere con pesanti disturbi psichici, oltre all’annientamento in toto di una normale vita sessuale.
Non dobbiamo relegare queste pratiche, al pari di quanto facciamo con il voodoo per esempio, a luoghi lontani: purtroppo e sempre più spesso i bambini che subiscono queste violenze sono i compagni di classe dei nostri figli.
Redazione