In manette una coppia che ha venduto a una 17enne il medicinale per disfarsi dei feti: Si indaga su altri casi
Erano considerati i «dottor morte» capaci di procurare l’aborto attraverso un farmaco comunemente usato per curare l’ulcera. Forse anche grazie all’aiuto di qualcuno in grado di fornire la ricetta e/o il medicinale. Una coppia di nomadi romeni, C.C. , 30 anni, e A.M.O. , 29 anni, è stata arrestata a Roma dagli agenti del commissariato Lido dopo aver venduto il farmaco a una connazionale 17enne incinta di due gemelli. La ragazza ha abortito rischiando la vita a causa di una grave infezione, come accadeva ai tempi in cui la legge per l’interruzione di gravidanza non c’era.
LA FOTO NELLA VASCA – La vicenda ha inizio nel maggio scorso, quando la giovane, incinta al quarto mese, attraverso alcuni conoscenti riesce a incontrare la coppia: anche se il fidanzato è disposto a riconoscere i bambini, non vuole che la madre sappia della gravidanza. Dopo un primo contatto, a un successivo appuntamento in una zona isolata, vicino a un casolare, la giovane paga 50 euro e riceve un blister con otto pasticche insieme alle indicazioni per la loro assunzione. Il medicinale «funziona», tanto che la ragazza – dettaglio macabro – scatta con il cellulare una foto dei feti espulsi in una vasca piena di sangue.
IN OSPEDALE – Subito dopo però la 17enne inizia d avere dolori addominali sempre più forti, si rivolge a un consultorio e il ginecologo la indirizza al Grassi di Ostia. I medici si accorgono subito dell’aborto e si rivolgono alla polizia. Cominciano le indagini durante le quali – tra mille reticenze – emerge che la coppia è considerata un punto di riferimento per prostitute e donne disagiate. Il commissariato di Ostia, diretto da Massimo Franco, sequestra infatti altre pasticche: l’ipotesi investigativa è che l’aborto clandestino della 17enne non sia stato l’unico.
Fonte: Corriere della Sera