29/04/2020 di Manuela Antonacci

In Regno Unito stop ad esperimenti incrociati anti-pubertà sui minorenni

Liz Truss, Segretario di Stato per il commercio internazionale del Regno Unito, ha annunciato giovedì scorso, che ai medici sarà presto vietato prescrivere bloccanti della pubertà e ormoni sessuali incrociati a bambinidi età inferiore ai 18 anni.

Il motivo è che certi farmaci portano a scelte irreversibili spesso dannose per la salute e, come ha sottolineato Truss, che è anche il ministro delle pari opportunità, in un discorso alla presenza del parlamento britannico,il benessere delle persone di età inferiore ai 18 anni, era un principio cardine, sulla base del quale si era deciso di impostare le politiche sull "identità di genere".

Infatti, ha affermato, che “prima dei 18 anni, quando le persone stanno ancora sviluppando le proprie capacità decisionali e soprattutto la propria personalità, dovrebbero essere protette dal prendere decisioni irreversibilisui loro corpi di cui potrebbero eventualmente pentirsi in futuro." Le sue parole, tra l’altro, sono giunte in un momento decisivo, in cui l’uso dei farmaci sperimentali e le procedure chirurgiche eseguite sui giovani, presso la Tavistock e Portman NHS Foundation Trust, la clinica di genere inglese che ha sede a Londra, ha subito un attento riesame da parte de governo.

Infatti, da una causa intentata contro la Tavistock, daKeira Bell, un 23enne che una volta si identificava come transgender, è emerso che i medici della clinica in questione, non spiegavano adeguatamente i rischi associati all'assunzione di bloccanti della pubertàe di ormoni sessuali incrociati che la clinica, invece, usa prescrivere persino ai bambini. 

Anche per via di questi abusi, all’inizio dell’anno, il servizio sanitario nazionale britannico ha avviato una seria revisione in merito alla somministrazione delle droghe che bloccano la pubertàma anche riguardo l’età minima i giovani possono iniziare la transizione di genere.

E infine, Truss, nello stesso contesto, ha anche informato la Camera dei Comuni del lancio di petizioni per garantire spazi, come spogliatoi e servizi igienici, riservati solo alle donne. Una questione spinosa che nasce dalla segnalazione di numerosi abusi che spesso avvengono in questi contesti, da parte di maschi transgender che, grazie alle leggi britanniche, possono usufruire anche di spazi riservati al genere femminile, semplicemente perché, sulla loro carta di identità è indicato non il loro sesso biologico (maschile) ma il genere in cui si identificano (femminile) senza che sia stata effettuata su di loro alcuna diagnosi medica formale né tantomeno siano stati sottoposti ad interventi chirurgici per la riassegnazione del sesso biologico.

 

 

 

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