19/04/2022 di Luca Volontè

In Germania, purtroppo, anche gli insospettabili sono aperti all’aborto

La Federazione della Gioventù Cattolica Tedesca (BDKJ), un'organizzazione che riunisce varie associazioni cattoliche di bambini e giovani, ha chiesto con forza l'abolizione del divieto di pubblicità per gli aborti in Germania.

E’ la prima organizzazione cristiana che chiede maggiori informazioni pubbliche e pubblicità per consentire l’aborto nel Paese, per di più a pochi giorni dall’approvazione del Governo tedesco della proposta di legge che abolisce il divieto di pubblicizzare l’aborto nel paese (Sezione n. 219 del Codice penale).

Questa inedita presa di posizione a sostegno della pubblicità all’aborto è stata giustificata con la necessità di migliore informazione e responsabilità per le donne che decideranno se tenere il bimbo o meno. Non giudichiamo le intenzioni, ma ne prendiamo atto e confermiamo il nostro impegno assoluto in difesa di ogni bimbo concepito e a sostegno di ogni madre in difficoltà.

La Presidente federale della BDKJ, Daniela Hottenbacher, ha dichiarato che: «La migliore protezione per la vita non nata è quando le persone incinte hanno la possibilità di informarsi in modo sicuro, perché questo è l'unico modo per assumersi una vera responsabilità».

La Hottenbacher ha a sorpresa lamentato come, «in alcune zone della Germania gli aborti non sono più accessibili e questo mette le donne incinte sotto ulteriore pressione, rendendo difficile decidere a favore o contro un aborto».

Attualmente le donne in Germania possono procurarsi un aborto da un medico durante le prime 12 settimane di gravidanza, dopo una sessione di consulenza obbligatoria. Il vescovo Georg Bätzing di Limburg, Presidente di turno della Conferenza episcopale tedesca, ha fortunatamente voluto ribadire la protezione del nascituro prevista dalla Costituzione tedesca e le sentenze della Corte Costituzionale che chiaramente mettono in guardia da ogni liberalizzazione o commercializzazione dell’aborto: «esso – ha dichiarato - non deve apparire come una procedura quotidiana "corrispondente alla normalità».

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