26/09/2021 di Luca Volontè

In Australia i diritti Lgbt calpestano quelli religiosi

In questi giorni il Procuratore Generale dello Stato australiano di Victoria ha avvertito che le scuole di ispirazione religiosa non potranno licenziare o rifiutare di assumere personale in base al loro orientamento sessuale o all'identità di genere. Secondo il procuratore generale Jaclyn Symes le riforme in via di approvazione chiuderanno una "lacuna dolorosa" nelle attuali leggi anti-discriminazione dello stato di Victoria, che sinora permettono alle organizzazioni religiose e alle scuole di licenziare o rifiutare di assumere persone sulla base della loro sessualità o genere, se è incompatibile con il loro credo.

Le nuove norme, secondo Jaclyn Symes, vanno verso il giusto equilibrio tra la protezione della comunità LGBTIQ+ dalla discriminazione e il sostegno ai diritti fondamentali degli enti religiosi e delle scuole di praticare la loro fede.

Il giusto equilibrio, dunque sarebbe (ovviamente siamo, purtroppo, ironici) quello di privilegiare insegnanti e propagandisti LGBTI nelle scuole di ispirazione religiosa anche se quegli stessi insegnanti proporranno insegnamenti contrari alle convinzioni religiose della scuola e delle famiglie che vi mandano i figli?

In poche parole, i privilegi LGBTI e Trans devono essere affermati nonostante l’evidente limitazione della libertà di educazione delle scuole e famiglie religiose. Le scuole e le organizzazioni saranno autorizzate a prendere decisioni sull'impiego dei dipendenti basate sulle convinzioni religiose di un dipendente solo quando è fondamentale per un compito specifico, come l'assunzione di un insegnante di studi religiosi, ma non su altre materie di insegnamento. Il professore di religione può essere (per ora) sacerdote, quello di letteratura, scienze, storia può esser anche leader dei movimenti LGBTI locali.

Oltre al compiacimento di movimenti e lobby LGBTI per la decisione preannunciata dal Procuratore generale, il Segretario generale dell'’Independent Education Union Victoria Tasmania’ Deb James ha dichiarato la propria condivisione e denunciato come “leggi obsolete hanno derubato gli studenti di insegnanti qualificati, che rendono le scuole spazi inclusivi e accoglienti anche per gli studenti LGBTIQ+".

Le scuole cristiane hanno reagito a questa palese violazione della libertà educativa e religiosa con un loro comunicato nel quale denunciano l’ennesimo tentativo del Governo di Victoria di discriminare  i cittadini e le istituzioni religiose.  “Le proposte continuano a indicare che il governo intende rimuovere i diritti delle singole persone di fede di agire in base al loro credo. Questo chiaramente declassa le protezioni per il credo religioso a un diritto di seconda classe", ha detto il dott. Spencer della ‘Christian School Association’. “Tutto ciò – ha ribadito - è fondamentalmente incoerente con la legge internazionale sui diritti umani, le protezioni dell'articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici di cui l'Australia è firmataria". L’ennesima battaglia di libertà ed eguaglianza è iniziata e, ancora una volta, si dovrà combattere contro nuovi privilegi imposti a favore della lobby LGBTI.

 

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