04/07/2018

In Argentina essere contro l’aborto costa il lavoro

In Argentina la discussione sull’aborto procede su più piani: da un lato abbiamo la discussione a livello politico, con una prima approvazione della Camera – per soli quattro voti – all’introduzione dell’aborto nel Paese e l’attesa per il verdetto del Senato; dall’altra abbiamo il confronto socio-culturale, che si fa sempre più acceso... e liberticida. Infatti, è notizia di pochi giorni fa, la giornalista Amalia Granata, che lavora(va) per Canal Nueves, è stata sospesa dal programma Todas las tardes per aver pubblicato un tweet contro l’aborto (qui sotto la foto originale).

aborto_tweet_argentina

Questa la traduzione: «Il tumore al seno è la prima causa di morte delle donne in Argentina, non le vedo con il fazzoletto verde mentre chiedono allo Stato prevenzione e tomografie per le più vulnerabili #coherencia #CuidemosLasDosVidas”».

Il tweet si riferisce alla recente morte per questa malattia della figlia di María Eugenia Fernández de Laprida, molto popolare in Argentina, e non ha avuto ricevuto alcuna richiesta di rettifica dalla famiglia, che anzi si era esposta con dichiarazioni dello stesso tenore contro l’aborto.

Eppure il tweet della giornalista è stato valutato negativamente dai suoi direttori, che lo hanno considerato inopportuno in un momento di dolore per la famiglia della ragazza: per questo motivo la giornalista è stata sospesa. Un provvedimento quantomai opinabile, perché vìola la libertà di espressione e di pensiero, ma ancora più grave se si considera che altri colleghi della giornalista che si sono espressi con la stessa convinzione ma a favore dell’aborto non hanno subito alcuna conseguenza.

Ad ogni modo, Amalia Granata non è una persona che si fa intimidire dalla censura. Anzi, ha scelto di utilizzare proprio i social per rimarcare la sua posizione pro life: «Ogni lotta ha le sue conseguenze… la mia è costata il pane ai miei figli. Non abbasserò le braccia. #CuidemosLasDosVidas». E, ancora: «E pensare che se fossi nata in un’altra epoca mi avrebbero bruciata sul rogo! Ma non mi faranno tacere! Non ho paura delle sceneggiate! Non mi spaventano, anzi, mi danno più forza. #SalvemosLasDosVidas”».

Molto interessante è l’hashtag utilizzato dalla giornalista: #SalvemosLasDosVidas si riferisce al fatto che, contrastando l’aborto, si vogliono salvare sia la vita del bambino non ancora nato, sia quella della sua mamma (le conseguenze fisiche e psicologiche dell’aborto sono molte, ma poco note. Firma qui e diffondi la petizione di ProVita per una corretta informazione sul tema!).

Questo è dunque il clima pesante che si respira in Argentina, alla vigilia della votazione del Senato sull’aborto. «Nel frattempochiosa Esteban Pitarro su Aleteia ci sono segnali del fatto che pensarla diversamente possa portare a rappresaglie simili a quelle dei medici, che saranno obbligati, se la legge passerà, a iscriversi a una lista come obiettori. Con questa legge, difficilmente un obiettore arriverà a occupare un posto di rilievo nella gerarchia di un ospedale pubblico. Anche senza questa legge, i giornalisti che la pensano diversamente hanno problemi per svolgere liberamente il proprio lavoro nelle principali emittenti argentine».

Redazione

Fonte, anche per la foto in evidenza: Aleteia

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