08/11/2019

Il Trailer della Famiglia Addams, presenta la famiglia “arcobaleno”

Un fotogramma di pochi secondi che sembra un’inezia in cui vengono mostrati disegni che rappresentano diversi tipi di famiglia: da quella etero a quella formata da due uomini con bambini, a quella con due donne con figli, a quella formata da un solo padre con un figlio.

Tutto sottolineato dalla voce narrante che in modo vivace dichiara che: «Questa è una tipica famiglia« (partendo dalle immagini di quella formata da un padre e da una madre) ma poi continua, mentre appaiono i disegni delle famiglie “omogenitoriali”, dichiarando che lo sono anche le altre.

Di che stiamo parlando? Dei fotogrammi con cui si apre il trailer del cartone animato della “Famiglia Addams”, al cinema dallo scorso 31 ottobre.

Questa inoculazione per piccoli “spot” di idee ispirate alla fluidità di genere e perciò anche alla fluidità dei ruoli all’interno della famiglia, risponde perfettamente allo schema di comunicazione ideato dal sociologo statunitense Joseph P. Overton, finalizzato alla manipolazione delle masse.

Per questo ci preoccupa: perché un simile sistema di mistificazione della realtà viene fatto penetrare, da un po’ di tempo a questa parte anche nel mondo dei più piccoli, per rieducarli a dovere, senza che nemmeno se ne accorgano, avvelenando a piccole dosi, il loro immaginario fantastico e innocente.

E non parliamo di quisquilie, ma di un sistema così efficace da poter trasformare qualunque idea assolutamente inaccettabile, in accettabile e addirittura persino legalizzata, grazie a una serie di passaggi “ad hoc” che vanno, però, diabolicamente seguiti con scrupolo perché la coscienza e la mente umana possa venire manipolata come si deve, al fine di ottenere ciò che si vuole, per quanto rivoltante sia.

Lo schema segue sempre le stesse fasi: impensabile (inaccettabile, vietato) -> radicale (vietato ma con delle eccezioni) -> accettabile -> sensata -> diffusa (socialmente accettabile) -> legalizzata. L’innesco consiste nel semplice apparire dell’idea perché permette il passaggio da “impensabile” a “radicale”: ad esempio nel contesto di un dibattito pubblico, o, come in questo caso, all’interno di fotogrammi che si susseguono velocemente, giusto il tempo di lanciare l’amo, perché nel tempo, poi, la preda finisca per abboccare, abbracciando l’idea proposta, un tempo impensabile.

Per questo è necessario vigilare, lanciare l’allarme e intervenire, non appena vengono captati i segnali di questo inquinamento graduale del mondo dell’infanzia perché, rimanendo a guardare, mentre tutte le fasi della diabolica finestra di Overton, vengono applicate, si rischia di risvegliarsi ben presto, in un incubo, in cui l’innocenza della fanciullezza è diventata utopia e l’ombra cupa dell’ideologia è scesa a posarsi e ad attanagliare anche le menti dei più piccoli.

 

di Manuela Antonacci

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