21/12/2014

Il memorandum di Jaffe

Frederick Jaffe è uno dei padri della odierna cultura della morte. È del ’69 il suo programma, che in buona parte si è andato pian piano realizzando. Proponiamo ai nostri lettori questo articolo pubblicato sul mensile Notizie Pro Vita, che meritava di essere letto e merita di non essere dimenticato.

Le cause della diffusione planetaria dell’aborto e della contraccezione vanno cercate innanzitutto a livello culturale, cioè a livello delle idee umane. Molti studiosi individuano diversi filoni: materialismo, neo malthusianesimo, ideologia del genere, ecologismo radicale. In queste righe mi limito solo a un aspetto: constatare un dato di fatto, la diffusione della contraccezione e dell’aborto e la campagna per l’uso della RU486, la pillola abortiva del 49° giorno, corrispondono ad alcuni punti di un progetto di pianificazione familiare ideato da Frederick Jaffe già nel 1969. Jaffe è stato il primo presidente del Guttmacher Institute dalla sua fondazione, nel 1968, fino alla sua morte avvenuta nel 1978, e vicepresidente della International Planned Parenthood Federation, istituto e federazione noti nella promozione di campagne contraccettive e abortiste.

Jaffe stilò per conto di queste due istituzioni, per Bernard Berelson, presidente del Population Council, e per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un memorandum di proposte per ridurre la fertilità umana.

Queste prevedevano di limitare a livello sociale la fertilità mediante i seguenti strumenti:

  • ristrutturare la famiglia, posticipando o evitando il matrimonio; • alterare l’immagine della famiglia ideale;
  • educare fuori dalla famiglia i bambini; • incoraggiare l’omosessualità; • educare a limitare la famiglia;
  • controllare la fornitura di acqua potabile;
  • incoraggiare la donna a lavorare.
F. Jaffe

Inoltre, si prevedevano alcuni deterrenti economici che modificassero la politica fiscale a danno della famiglia:

«Introdurre una tassa matrimoniale, una tassa sui bambini; tassare gli sposati più dei celibi; eliminare l’esenzione fiscale dei genitori; introdurre tasse addizionali scolastiche ai genitori con più di un figlio o due; ridurre o eliminare le licenze retribuite di maternità e i sussidi, gli assegni familiari; introdurre premi per matrimoni ritardati o maggior distanziamento delle nascite; pensione alle donne di quarantacinque anni con meno di un certo numero di figli; eliminare gli aiuti sociali dopo i due figli; richiedere alle donne di lavorare e fornire poche strutture di cura pediatrica; limitare o eliminare le cure mediche finanziate pubblicamente, il diritto alla scuola, alla casa per le famiglie con più di un certo numero di figli».

Per evitare gravidanze indesiderate si prevedono «pagamenti per incoraggiare la sterilizzazione, la contraccezione e l’aborto; l’aborto e la sterilizzazione su richiesta; distribuzione libera, cioè senza ricetta medica, di alcuni contraccettivi; migliorare le tecniche contraccettive; rendere accessibile a tutti la contraccezione».

E, infine, come controlli sociali per ridurre la fertilità «aborto obbligatorio delle gravidanze extramatrimoniali; sterilizzazione obbligatoria di chi ha due figli; permettere di avere figli solo a un numero limitato di adulti; permessi tipo tesseramento per avere figli; scoraggiare la proprietà privata della casa; non concedere case popolari sulla base della dimensione della famiglia».

Non possiamo non constatare che dal 1969 a oggi molte di queste misure sono state introdotte nelle legislazioni di molti Paesi e si sono diffuse nella cultura dominante del nostro. L’Ulipristal, cioè la pillola del quinto giorno, e la RU486 sono solo gli ultimi tasselli di questo progetto?

Per approfondire e conoscere le fonti del memorandum Jaffe consiglio la lettura del libro di Renzo Puccetti, Giorgio Carbone e Vittorio Baldini, Pillole che uccidono. Quello che nessuno ti dice sulla contraccezione (ESD, Bologna 2012).

P. Giorgio Maria Carbone OP

Tratto da NotizieProVita n.12 – Febbraio 2013 – Pag. 22

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