21/11/2022 di Manuela Antonacci

Il maxi cartello pro gender affisso a Milano e sotto gli occhi dei bambini

«”Non è normale” rappresenta il nuovo me al 100% ed è per questo che per la pubblicazione ho deciso di fare qualcosa che non era mai stato fatto prima da un artista in Italia. Ho dipinto il mio billboard con frasi che oggi non sono ancora accettate, per cui ci sono pregiudizi. Indovinate un po’? Non ho potuto scrivere tutto quello che volevo: nel 2022 a quanto pare una donna non può ancora masturbarsy senza essere vista come una p***ana. Vivete sempre la vostra normalità e non lasciatevi condizionare da nessuno».

Parole ovviamente provocatorie, quelle di Rosa Chemical, una delle nuove realtà della musica rap e trap italiana, che ha pensato bene di far affiggere un maxi cartellone con frasi considerate, secondo lui, “taboo”, in pieno centro a Milano. Al centro, appunto, il titolo del suo nuovo album, dal quale partono frecce indicanti frasi come «avere due papà / un uomo con lo smalto / una donna che si sfiora / un trans».

E’ grave come strumentalmente si presentino situazioni che, di fatto, nella realtà a partire da quella biologica, non esistono (come l’avere due papà ad esempio) come se fossero la cosa più naturale del mondo. Non solo, l’aggravante, contenuta in tale operazione pubblicitaria, è lo sdegno verso chi rivendica la realtà. Un’operazione mediatica che mostra con molta chiarezza l’intento di indottrinamento di chi rivendica una concezione spesso libertaria della sessualità e delle relazioni, ma evidentemente trattasi di libertà in un unico senso.

La collocazione del cartellone, poi, la dice lunga sul progetto di indottrinamento su larga scala, alla base di certe operazioni di marketing: il billboard – come ci è stato segnalato e denunciato da un nostro lettore indignato - è affisso in Corso di Porta Ticinese, zona centrale e molto frequentata di Milano. Oltretutto all’ingresso di un parco pubblico, dove transitano migliaia di bambini, di tutte le età e provenienti dalle varie scuole elementari e asili della zona. E siamo noi, a chiederci a questo punto, se tutto questo sia “normale”.

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