17/01/2022 di Anna Bonetti

Il diritto alla Vita sfila tra le strade di Parigi

«Vivere è un diritto, non una scelta». Questo uno dei tanti slogan che hanno caratterizzato la Marcia per la Vita francese, che si è tenuta ieri pomeriggio a Parigi.

Guidati dal presidente dell’evento, Nicolas Tardy-Joubert, i manifestanti - che si sono ritrovati a piazza Catalogna - hanno ascoltato le parole di numerose personalità del mondo dello spettacolo, della giurisprudenza e dell’associazionismo. Ad aprire l’evento è stato infatti il cantante e compositore Patrice Martineau, seguito dal giurista Nicolas Bauer, ricercatore membro dell’ECLJ (European Center for Law&Justice), il quale ha elencato le vittorie pro-life ottenute recentemente. Poi è stato il turno di Aliette Espieux, portavoce della Marcia per la vita parigina, che ha ricordato al pubblico come l’evento abbia l’obiettivo di abolire l’aborto e aiutare le donne sostenendo la maternità.

Quest’anno, infatti, lo scopo principale della marcia è quello di bloccare il disegno di legge Gaillot, che prevede l’estensione dell’omicidio nel grembo materno fino alla nascita. Il deputato francese Gaillot, però ha rifiutato ogni confronto con gli esponenti della marcia per la vita.  Al corteo di ieri era presente anche “SOS Touts-Petits”, un’importante associazione pro-life francese. Tra i rappresentanti della politica e delle istituzioni, invece, presenti il deputato Charles Millon, ex ministro della difesa francese dal 1995 al 1997 e Chantal Delsol, filosofa e politologa liberalconservatrice.

A chiudere la marcia è stato il discorso di Cecile Edel, figlia del fondatore dell’associazione “Scegliere la vita” che ha colto l’occasione per commemorare la morte di Odile Guinnepain, ex presidente della medesima associazione:

«Cari amici - ha affermato - voglio rendere omaggio a colei che ha fondato con noi il servizio telefonico “le nostre mani non uccideranno”, che ci ha lasciati improvvisamente lo scorso 27 dicembre. Odile era una di quelle rare persone che difendeva valori come il rispetto della dignità per ogni essere umano, conducendo una una vita coerente e al servizio dei più fragili».

«Odile - ha proseguito - ha dato la sua vita. Non solo ha offerto la sua vita, come invito tutti voi a fare, difendendo i nascituri, le persone fragili, le persone in fin di vita, ma ha anche offerto la sua vita come infermiera di cure palliative, con immensa compassione e amore incondizionato. Cercava si stare il più vicino possibile a coloro che soffrono.Sapeva che il rispetto per la vita non ammette compromessi. E’ nostro dovere - ha concluso - proclamare che ogni vita è preziosa, che ogni vita è unica e vale la pena viverla».

Non sono mancate, però, le proteste e perfino una vera e propria irruzione da parte delle ormai famose e famigerate “Femen”. Alla fine della marcia, infatti, alcune donne si sono introdotte sul palco a petto nudo, ma sono state immediatamente portate via dalla polizia.

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