11/08/2014

Il Demonio e l’umana sessualità

Questa lettura è certamente destinata ai lettori che si considerano credenti.
Ai non credenti, comunque, potremmo anche consigliarla per riflettere – se vogliono – sul misterium iniquitatis...

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Alla superbia si accompagna sempre l’invidia e, infine, assieme conducono ad ogni forma di malvagità…

A maggior ragione quindi per il demonio l’odio e l’invidia pure nei confronti dell’umanità e il suo accanimento per trascinare quest’ultima nel male, nella distruzione, e per quanto possibile nella perdizione eterna; colpendo appunto così, seppur indirettamente, Dio stesso: questi esseri, gli uomini, arrivati per ultimi nel Creato; tanto a lui inferiori eppur liberi e che posseggono inoltre un dono, che gli angeli non hanno, la capacità di procreare!

La procreazione, però, avviene mediante la sessualità e con la specifica funzione degli organi genitali: ecco, quindi, l’irriducibile furore di Satana verso “questa e questi” (persino l’abituale turpiloquio, da sempre assai diffuso e in particolare al giorno d’oggi, ne costituisce una più che palese manifestazione); ecco – pure e soprattutto – il suo perenne e molteplice agire per accaparrarsi l’esclusiva dell’umana libidine e, ottenuto tale scopo, schiavizzare poi l’uomo.

In ciò, allora, consiste gran parte della sua strategia per distruggere l’umanità: asservire ai suoi fini la libidine umana, divenirne il padrone!
Dato che – secondo natura – anche l’essere umano non può di certo eliminare la sua libidine, che è appunto un insieme di impulsi prevalentemente istintivi; potrebbe, però, e dovrebbe dominarla.

Può infatti avvalersene, e persino anche esaltarla, per gioirne a fin di bene (come pure si può comprendere dal Cantico dei Cantici).

Il demonio opera però assai abilmente in modo da scardinare la possibilità umana di tale dominio, giungendo anzi al punto di farsene una sua seducente prerogativa: la libidine, si sa, è comunemente (e, non a caso, di norma incoscientemente) condannata e appetita nello stesso tempo; ed inoltre assai spesso in modo pur allegro, disinvolto e scherzoso.

Egli riesce pertanto ad inculcare, nella stragrande maggioranza delle persone, la convinzione che il piacere sessuale non possa realizzarsi se non in forme più o meno intense di lussuria; vale a dire di libidine sfrenata o, comunque, assai poco vincolata a sane esigenze spirituali.

E tutto ciò quasi sempre avviene, soprattutto all’inizio, il più possibile “nell’ombra”, nell’inganno, nell’illusione (sub specie boni). Più l’uomo ignora l’esistenza del Maligno nel rincorrere gradualmente i miraggi delle trasgressioni sessuali (come pure, del resto, di un qualunque altro peccato), più il “principe delle tenebre” può appunto agire pressoché indisturbato e quindi con maggiore incisività.

Liberarsi poi dagli errori, dall’inganno e dai vizi, è assai difficile!

Un inganno che, appunto, sempre si ripete iniziando dalle facili seduzioni della materia: defraudata del suo autentico valore e – di conseguenza – asservita in modo distorto la materia (consumismo, edonismo), la tattica demoniaca può infatti pressoché liberamente aggredire la parte superiore dell’uomo (sfaldamento dei valori morali e spirituali).

E fu appunto per la perfetta conoscenza di una simile tattica che, fin dai tempi dell’Antico Testamento, la paterna premura dell’Eterno provvide a metterci sull’avviso: “Non cercare la gioia nei beni di consumo, perché questo ti costerà caro” (Siracide 18, 32).

Dato che con l’avvio verso un simile indirizzo veniamo, in ogni tempo, ben presto condotti all’inevitabile risultato di sentirci fortemente attratti verso la “libera” proliferazione e persino la legittimazione di tutto ciò che è male: vanità, apparenza e falsità, come stile di vita nel quotidiano; fuga dagli impegni, dal servizio, dalla disponibilità; smanie di grandezza, di successo, di potere e furti; perversioni sessuali, disinvolti adultèri e divorzi; stordimenti chimici (alcool, droga) e psichici (musiche ossessive o con messaggi subliminali, superstizioni, rituali magici non di rado sconfinanti pure nel vero e proprio satanismo); suicidi, omicidi e infine guerre.

Emblematiche, a tal proposito, le parole di madre Teresa di Calcutta quando le fu consegnato il premio Nobel per la pace. Parole che, dopo tutto, possono essere riassunte anche nella seguente frase: “L’aborto costituisce il più grave pericolo nei confronti di una possibile III Guerra Mondiale!”.

E, in effetti, se pensiamo agli otto milioni di aborti nella sola ex Unione Sovietica (dove il 90% delle prime gravidanze si risolveva in un aborto procurato) e, secondo le recenti stime del Movimento per la Vita, agli altri cinquantacinque milioni di aborti che annualmente si effettuano nel resto del mondo – volendo per di più confrontarli con gli altrettanti milioni di morti causati dall’ultimo conflitto mondiale in sei anni – dobbiamo concludere con l’ammettere che una guerra mai così micidiale e spietata, anche se invisibile e silenziosa, è già da molto tempo in corso.

Ma l’aborto, in definitiva, non è poi forse il risultato di una sessualità male interpretata e vissuta nell’errore?

Paolo Morandi

Da: “Felice sessualità nella vita cristiana” – ed. Youcanprint (v. in Google).

 

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