18/01/2024 di Luca Marcolivio

Il consigliere del Veneto Finco (Lega): «Ho votato no, il fine vita non fa parte della nostra cultura»

Il risvolto politico più peculiare del voto sul fine vita al Consiglio Regionale del Veneto riguarda la spaccatura di voti nel centrodestra. Una parte della Lega, infatti, ha votato il progetto di legge regionale ispirato a una concezione radicale ed eutanasica che, tuttavia – assicura a Pro Vita & Famiglia il consigliere del Carroccio Nicola Finco – non fa parte del patrimonio di valori del partito.

Onorevole Finco, l’esito del voto dell’altro ieri la sorprende?

«Questo risultato non era affatto prevedibile. Si sapeva che l’opposizione era tutta compatta a favore di questo progetto di legge, tuttavia nella maggioranza, fin dal momento in cui il testo è stato depositato in Consiglio, sono emerse visioni diverse. Una parte del centrodestra è andato ad accogliere la componente di Cappato dicendo che era una legge giustissima e che doveva essere portata avanti, mentre, all’interno del mio movimento, io sono stato uno tra i primi che si è messo di traverso, non solo per quello che rappresentava quel progetto di legge ma soprattutto per ciò che sta alla base di quel testo, al di là del tecnicismo per cui bisogna decidere che entro venti giorni bisogna somministrare il farmaco letale. Grazie a un lavoro di sensibilizzazione che è stato fatto all’interno del nostro movimento ma anche con gli altri gruppi politici, siamo riusciti, sia pure per un solo voto, a bocciare questa legge che, per fortuna, evita alla nostra Regione di conseguire il primato nazionale in questo tipo di prestazione».

La vostra Regione è all’avanguardia nel campo delle cure palliative: è d’accordo sul fatto che andrebbero comunque migliorate e incentivate (anche per frenare la possibile “domanda” di eutanasia)?

«Il Veneto ha approvato una legge sulle cure palliative già nel 2009, ancor prima che intervenisse lo Stato. Dai dati che ci vengono forniti, abbiamo una copertura di circa il 40% o poco più. Anche se la nostra è tra le regioni più virtuose sotto questo profilo, c’è ancora molto che si può fare. C’è necessità di medici palliativisti, c’è necessità di aumentare gli hospice, i posti letto e tutto ciò che è l’assistenza domiciliare e ai familiari che vanno comunque supportati e sostenuti. Ciò che l’altro ieri abbiamo detto a più riprese è che non ci dobbiamo concentrare troppo sulla legge sul suicidio medicalmente assistita come fosse l’unica soluzione per il malato che soffre. Si tratta, piuttosto, di pensare di mettere in campo tutte le azioni possibili per dare speranza alle persone, per dare loro sostegno. Anche i medici palliativisti che sono venuti in Commissione sanità nelle scorse settimane ci hanno detto tutti quanti che, spesso e volentieri, vedono pazienti che arrivano e magari chiedono subito di morire ma poi, quando vedono che c’è l’assistenza, che ci sono le cure, che c’è il supporto psicologico, scelgono di accompagnarli verso il fine vita. Tanto è vero che molti di loro, alla fine, ringraziano i medici per il supporto e sostegno che hanno dato loro, magari anche solo per pochi giorni o poche settimane. In definitiva, sulle cure palliative sicuramente bisognerà fare molto anche nei prossimi anni e su questo abbiamo già sensibilizzato l’assessore, al fine di destinare risorse per questo importantissimo obiettivo».

Fermo restando che, a livello nazionale (come ribadito anche dal segretario Salvini), la linea della Lega è pro life, il vostro partito è uscito spaccato in questo voto: un’anomalia tutta veneta?

«Che ci sono stati dei leghisti che hanno sposato questa causa, però l’hanno fatto in nome di una scelta personale. Intendo dire che la questione dell’eutanasia, del fine vita o del suicidio medicalmente assistita non ha mai fatto parte della storia politica della Lega, né della storia e della cultura politica del centrodestra. Al contrario, è sempre stata una battaglia portata avanti a suo tempo dai radicali e oggi dalla sinistra. Non siamo noi che ci siamo messi in una posizione di contrasto all’interno del partito. Al contrario, c’è stato qualcuno che ha deciso di sposare una linea che non è la linea del nostro movimento. Poi se qualcuno è convinto che se una persona ha un male o sta soffrendo, l’unica soluzione è somministrargli la morte… per carità, è un suo credo personale, ma ripeto, non è la linea del movimento. Quindi, per venire alla sua risposta, ciò che è successo con il voto dell’altro ieri, lo considero davvero un’eccezione e mi auguro che questo tema non venga ripresentato all’ordine del giorno della Commissione Sanità».

Il vostro presidente Luca Zaia ha preso posizione a favore del disegno di legge: cercherete un confronto con lui?

«Ormai le posizioni sono molto chiare, nel senso che si sapeva che questa discussione ci avrebbe portato ad una spaccatura interna. Lui ovviamente rimane sulle sue posizioni, noi rimaniamo sulle nostre. E di sicuro, di fronte a questa situazione di diversità di vedute all’interno del movimento, penso che il presidente sia libero di tenersi le sue idee e di difenderle, così come lo siamo anche noi, che continueremo a difendere il principio che la vita va sempre difesa e tutelata. Il Veneto ha una storia di solidarietà e di aiuto, al punto che penso non ci siano tanti altri modelli a livello nazionale: basti pensare che abbiamo il più grande numero di scuole paritarie, quindi c’è una cultura di aiuto ai bambini e alle famiglie. Siamo anche la Regione con il più grande numero di case di riposo e questo sta a significare una lunga tradizione di cura dell’anziano e di accompagnamento proprio nell’ultima e più delicata fase della vita. Che sviluppi avrebbe potuto mai avere una legge come quella bocciata l’altro ieri, quando abbiamo già tanti esempi a livello europeo e internazionale, dove magari si è partiti vent’anni fa con una legge sul suicidio medicalmente assistito per dei casi limite, mentre oggi, se guardiamo all’Olanda, l’eutanasia viene somministrata ai bambini, ai depressi e ai malati psichiatrici?».

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.