20/09/2019

Il Comune di Siena esce dalla Rete RE.A.DY, insorgono le associazioni Lgbt

«Da oggi Siena non fa più parte della Rete RE.A.DY, la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni impegnate contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Lo abbiamo appreso dalle dichiarazioni pubbliche di alcuni esponenti della politica cittadina che hanno salutato trionfalmente una decisione miope che rappresenta un segnale di imbarbarimento e segna un passo indietro sulla strada dei diritti».

Con queste parole, Greta Sartarelli che si definisce “presidenta” del Movimento Pansessuale-Arcigay Siena, commenta la notizia dell’uscita del Comune di Siena dalla rete RE.A.DY.

Parole che rappresentano solo in parte le reazioni del Pd e delle associazioni della galassia Lgbt. Eppure le motivazioni che hanno portato la Giunta Comunale a questa decisione sono espresse in modo chiaro e lucido nella delibera con cui viene attuato e annunciato questo passo: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Anche in questo caso, quindi, il Circolo Sena Civitas ha assolto al proprio compito di stimolo all’interno della maggioranza che lealmente sostiene al fine di promuovere decisioni in linea con i valori e gli orientamenti dell’elettorato moderato che rappresenta».

La delibera è connessa, infatti, alla mozione che il consigliere Pietro Staderini del circolo “Sena Civitas” aveva inoltrato nei giorni precedenti, al Consiglio Comunale e che era servita a fare da leva all’interno della maggioranza che decisamente sostiene per promuovere una decisione come questa, coerente con i valori dell’elettorato che rappresenta.

Peraltro lo spirito di una simile azione emerge chiaramente anche dalle parole di Sara Pugliese, assessore alle Pari opportunità del Comune di Siena: «Uscire da una rete o associazione non significa negare diritti, non avendo nessuno l'esclusiva di rappresentare istanze che sono comunque ampiamente nell’attenzione di questa Amministrazione, che proseguirà nelle iniziative contro l'omofobia e il bullismo. [Chi ha letto…] l'uscita dalla rete Re.a.dy come un atto discriminatorio si tranquillizzi. Il civismo della Giunta De Mossi è garanzia del bene comune e non di atti ideologici che albergano altrove. Talvolta proprio dove oggi si sono levate le proteste più forti».

 

di Manuela Antonacci

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