01/03/2022 di Manuela Antonacci

Il bagno gender neutral arriva nelle scuole di Torino. Chi tutela le ragazze?

Un bagno gender neutral per studenti “non binari”, quello proposto e, in seguito realizzato, presso il liceo classico Alfieri di Torino. Un’iniziativa che è stata poi presto “copiata” dai colleghi del liceo Gioberti, sempre di Torino.

Il simbolo è inequivocabile: il pittogramma stampato sulla porta della toilette rappresenta un uomo con indosso sia dei pantaloni sia una gonna e sarebbe stata proprio la preside, secondo la testimonianza di alcuni studenti, ad aver stampato l’immagine.

“L'idea è nata per tutelare un uso dei servizi adeguato ad ogni soggettività che non rientri per forza nella ripartizione binaria di genere", ha spiegato Martina Giro, 18 anni, rappresentante di istituto.

A parte la tutela della propria “identità di genere”, ci chiediamo, invece, se venga garantita la tutela di ben altre priorità: ad esempio il senso del pudore e la sicurezza che caratterizza l’età dell’adolescenza. Una fase delicatissima in cui è più che mai necessario che, soprattutto le ragazze, vengano trattate come donne e i ragazzi come uomini, anche riguardo l’uso dei servizi sanitari e di luoghi, dunque, così intimi.

Maschi e femmine, con tutte le peculiarità e le diversità che, proprio nell’adolescenza in cui il bombardamento ormonale è al massimo, emergono più vistosamente e vanno tutelate.

Pensiamo, inoltre, proprio, in occasione dell’8 marzo che si avvicina, in cui si fa tanto parlare dei diritti delle donne e memori della giornata mondiale contro i femminicidi, indetta ogni 25 novembre, quanto sia assurdo concepire un bagno in cui le studentesse donne (che potranno pure concepirsi “gender fluid” ma sempre donne rimangono) si trovino a condividere un tale spazio così “intimo” con studenti maschi, che per quanto a-gender, transgender, gender questioning, gender queer ecc si concepiscano, sempre maschi rimangono, con tutte le conseguenze (non solo quelle igieniche) del caso.

Siamo certi che, dopo un primo momento di emotiva esultanza, saranno gli studenti stessi, che nel far uso di questo singolare “novità”, scontrandosi con la sana e spicciola realtà, in cui il gender fluid non è contemplato, torneranno a voler usare ognuno il proprio bagno. Perché la non discriminazione passa proprio dall’accettazione delle sane differenze, non dalla loro ostinata negazione.

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