11/09/2013

I piccoli davanti a internet

Una famiglia aperta alla vita, si trova a far crescere i bambini in un mondo che cambia vorticosamente e offre sempre nuove opportunità, ma anche nuovi pericoli

Internet è pericoloso”. Questo si sente spesso dire e in pochi sono in grado di dare risposte sensate sulla veridicità o meno di questa “tesi”. È vero, ma anche no. Come tutti i mezzi di comunicazione e divulgazione di massa che si sono succeduti nella storia, internet non è un male assoluto (e anche se lo fosse non potremmo arrestarne la diffusione), così come non è sempre una suprema fonte di saggezza: dipende da come lo si usa e dal tipo di coscienza digitale con la quale ci si avvicina allo strumento.
Oggi come oggi, è tale l’urgenza di un indirizzo educativo e sociale chiaro al corretto uso della rete, che l’uso di certi strumenti dovrebbe entrare a far parte della formazione scolastica sin dai primi anni di scuola. I nativi digitali di questo tempo si chiamano così proprio perché iniziano a entrare in contatto con questi strumenti e con nuove tecniche di comunicazione molto prima che ci si possa rendere conto che abbiano già imparato a farlo. La trasmissione di quest’attitudine o abilità avviene però per strade arbitrarie, spesso affidate all’amichetto di turno, al cuginetto più grande o a un I-phone lasciato incustodito sul divano, e questo diventa appunto un preludio al rischio che, soprattutto i bambini, possano presto diventare piloti senza patente di un’auto potentissima.
È quindi sufficiente o opportuno negare loro la possibilità di avvicinarsi a questi mezzi?
Certamente no: come sempre il cambiamento va assecondato con coscienza e discernimento adeguandosi con attenzione, vitalità e premura a ciò che di nuovo ci circonda. Come poter, quindi, contribuire a educare i propri figli e i bambini in generale a un corretto uso della rete e del web? Innanzitutto impadronendoci noi, da adulti, di una buona e corretta visione d’insieme che tenga conto del ruolo, ormai fondamentale, di internet nella vita di tutti i giorni, delle sue reali potenzialità per i giovani e per i più piccoli e dei reali rischi possibili.
Avere un’opportuna e quanto più possibile completa visione dei pregi e dei difetti della rete è sicuramente un buon punto di partenza, spesso sottovalutato dagli adulti, per imparare a diventare dei buoni maestri, dei bravi educatori e dei completi genitori anche rispetto al mondo che cambia. Come per ogni cosa, non bisogna aver paura di cambiare. Pensare di ostacolare il progresso con i divieti è impossibile, per evidenti ragioni: è dunque opportuno rendersi consapevoli di ciò che è bene e di ciò che non lo è, avvicinandosi a certi cambiamenti epocali senza necessariamente far proprio il pregiudizio popolare più diffuso.
Ad esempio non lasciare soli i bambini davanti ad una connessione web attiva è un buon modo per cominciare: navigare con loro, instradarli sulle fonti da poter utilizzare, provare a educarli al buono e al bello della rete è il primo semplice e più efficace passo da poter fare insieme e con poco sforzo. Una volta le stesse cose si dicevano della televisione, mezzo che i nativi digitali di oggi tendono a usare sempre meno, proprio in cambio del più libero e moderno uso del web. Cambiano le culture, gli strumenti e le possibilità, ma in fondo è sempre la nostra capacità di discernimento a fare davvero la differenza in ogni ambito della vita. Anche Internet è quindi un “problema” culturale la cui urgenza, come per ogni cosa, è quella di essere manovrato dall’uomo con coscienza e padronanza.

di Giorgia Petrini

Festini

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