21/05/2013

I gruppi pro-life sostengono di essere tra gli obiettivi di IRS

“Gli USA sono da tutti considerati il luogo delle pari opportunità, della libertà di espressione e di azione. Insomma sono un prototipo dello Stato Liberale. Eppure quando si tratta di diritto alla vita...”

Dopo aver preso di mira per controlli (insolitamente molto approfonditi) i gruppi politici conservatori, ora gli operatori dell’Internal Revenue Service (l’Agenzia delle Entrate in USA, n.d.t.) sono accusati dai gruppi pro-life di un comportamento intimidatorio nei loro confronti.

Dalle notizie emerse risulta che due gruppi pro-life, Coalition for Life of Iowa and Christian Voices for Life, si siano visti rifiutare l’approvazione dell’esenzione fiscale.

“Per entrambe queste organizzazioni ci sono state da parte del fisco richieste particolari, ritardi, problemi ... che in realtà violano i diritti del Primo Emendamento; era stato chiesto loro di non fare manifestazioni di protesta e raduni” ha riferito alla CNA il 16 maggio Sally Wagenmaker, consigliere speciale della Thomas More Society, che fornisce assistenza legale ai gruppi.

Wagenmaker, che lavora regolarmente con gli enti non-profit che chiedono l’esenzione fiscale, ha affermato che il trattamento dell’Internal Revenue Service nei confronti dei due gruppi è fuori dal comune, e lo ha definito di autentico “rifiuto”.

“Non è stato dimostrato alcun senso di rispetto o di fiducia; in pratica si sospettava che entrambi i gruppi non fossero ciò che dicevano di essere, né che fossero legittimati a chiedere l’esenzione.”

“I parametri per ottenere l’esenzione fiscale si suppone siano ampi; quindi, fintantoché l’organizzazione ha uno scopo legittimo, l’IRS non fa troppe domande su tale scopo o sull’attività del gruppo, se non nella misura in cui possa sospettare di corruzione, o di un vero abuso nella richiesta di esenzione fiscale; ma, normalmente, non si interessa al messaggio che l’organizzazione richiedente l’esenzione fiscale sta portando avanti”.

Eppure, il 6 giugno 2009 un rappresentante dell’Internal Revenue Service interrogato dalla Coalition for Life of Iowa, disse loro di inviare all’agenzia una lettera in cui affermavano che “non avrebbero protestato né organizzato gruppi di picchetto o di protesta fuori dalle cliniche di Planned Parenthood (cliniche abortiste, ndt), e che la loro domanda di esenzione fiscale sarebbe stata approvata solo al momento della ricezione di tale lettera.

L’IRS “se la stava prendendo con questo gruppo”, “proprio come se stesse proteggendo Planned Parenthood, in un modo che mi è sembrato molto strano,” ha riflettuto Wagenmaker.

Quando ad un gruppo si applica l’esenzione fiscale, in genere “ottiene con facilità l’approvazione”, ha detto, a meno che non “si tratti di praticare un’attività molto insolita, o la domanda sia stata formulata in modo sbagliato”.

Nessuno di queste eventualità ricorreva nel caso del gruppo dello Iowa: “[la domanda] era stata formulata correttamente da un legale e conteneva tutte le informazioni necessarie.”

“Nella mia esperienza, l’IRS si è interessata a questioni di denaro: stai abusando di denaro?, hai una sorta di conflitto di interessi?, stai facendo qualcosa che dimostra che non sei davvero un ente educativo, caritativo o religioso legittimo?” Le domande sulle opinioni religiose sono assolutamente inusuali, ha proseguito Wagenmaker. In un primo momento non capiva lo scopo delle domande invadenti da parte dell’Internal Revenue Service.
“Attraverso le domande supplementari fatte,  in qualche modo si insinuava” che fossero indegni di fiducia.
“Ciò che è stato più inquietante era che questo sospetto fosse dovuto ...alla finalità religiosa”, e al messaggio pro-life dei gruppi.

Wagenmaker ha detto che questo fatto mostra “l’inquietante capacità del fisco”  di congelare e di opporsi a domande legittime attraverso lunghi questionari e citazioni errate delle leggi in merito.

Il 10 maggio, l‘Internal Revenue Service si è scusato per aver sottoposto i gruppi conservatori del “tea party” ad accertamenti aggiuntivi. L’agenzia ha chiesto ad alcuni gruppi di fornire liste dei donatori, in violazione delle loro  politiche in merito.

Il cosiddetto “IRS-gate” è tra i temi su cui è stato ascoltato il procuratore generale del Congresso Eric Holder il 15 maggio. Lo stesso giorno dell’audizione di Holder, il Commissario dell’Internal Revenue Service Steve Miller ha presentato le sue dimissioni al segretario al Tesoro Jack Lew, che ne aveva fatto richiesta.

L’associazione Pharmacists For Life International ha anche riferito che almeno due dei suoi funzionari e membri del consiglio sono stati “sottoposti per mesi e anni a vessazioni e tentativi di intimidazione da parte dell’IRS attraverso continue e costose verifiche e lettere minatorie.”
L’associazione ha inoltre detto che per ben due volte è  “uscita pulita dalle verifiche” dopo “minacce di rappresaglia” da parte dell’agenzia.

E il pastore protestante Franklin Graham ha sostenuto che l’ufficio delle imposte ha selezionato per verifiche anche due associazioni non-profit che dirige, la Billy Graham Evangelistic Association e la Samaritan’s Purse.

Graham ha espresso la preoccupazione che non sia stata una “coincidenza” il fatto che il controllo sia giunto dopo che le organizzazioni avevano preso posizione a sostegno dell’emendamento sul matrimonio nella Carolina del Nord e, in un’altra circostanza, invitando gli elettori a scegliere i candidati che sostenevano i “valori della Bibbia”.

Traduzione a cura di Annarosa Rossetto

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da Catholicnewsagency

Leggi anche Un delegato del Congresso rivela: la Irs ha chiesto informazioni ai gruppi pro-life circa “il contenuto delle loro preghiere”

Durante l’odierna audizione del Comitato Ways and Means (la “commissione finanze” della Camera USA, ndt), il Deputato Aaron Schock ha torchiato Steven Miller, il commissario uscente dell’IRS (l’agenzia delle imposte USA, ndt) riguardo le anomale “attenzioni” della stessa nei confronti di un gruppo pro-life dell’Iowa.
Schock ha dichiarato “La specifica domanda formulata dall’IRS alla Coalition for Life dell’Iowa era del seguente tenore: Per favore, definite il contenuto delle preghiere dei membri della vostra organizzazione”.
“Ritiene che questa sia una domanda appropriata nei confronti di un soggetto che ha fatto richiesta dell’esenzione prevista per le ONLUS?” ha chiesto Schock. “Il contenuto delle preghiere dei suoi membri?”
“Mi spiace, ma non sono in grado di riferirle su ciò,” è stata la risposta di Miller.
In seguito alle insistenze di Schock, Miller ha poi spiegato che nonostante non fosse autorizzato a fornire commenti sul caso specifico, era sorpreso di una simile domanda.
L’episodio che ha visto protagonista l’associazione pro-life è narrato in un report della Thomas More Society, uno studio legale no-profit di rilevanza nazionale, specializzato nel campo della libertà religiosa. Eccone un estratto: “La Coalition for Life dell’Iowa si è trovata intrappolata nella rete dell’IRS dopo aver presentato domanda  nell’ottobre 2008 per ottenere l’esenzione fiscale. Quasi dieci mesi di indagini sulle attività di contrasto a Planned Parenthood, culminati nell’assurda e abusiva richiesta, da parte di una funzionaria dell’ufficio IRS di Cincinnati, che tutti i membri del comitato direttivo dell’associazione firmassero una dichiarazione giurata in cui s’impegnavano a non effettuare manifestazioni di protesta o picchettaggio contro Planned Parenthood. Ulteriori interrogazioni dell’IRS vertevano poi sul contenuto dei periodici incontri di preghiera del gruppo, dei seminari educativi, nonché su cartelli e striscioni esposti fuori dalle cliniche di Planned Parenthood in occasione delle manifestazioni”.

Traduzione a cura di Luigi Corsello

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da Washingtonexaminer

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