01/07/2013

I difensori dell’aborto dimostrano di non conoscere le basi dello sviluppo fetale

La blogger pro-choice Katie Klabusich, un’ex accompagnatrice alle cliniche abortive della zona di Chicago, ha recentemente scritto un post intitolato “Picketers vs. Patients” [letteralmente: picchettatori contro pazienti].
Nel post ripete come un pappagallo il logoro argomento liberale che i “consulenti da marciapiede” e i gruppi di preghiera pro-life starebbero “uccidendo le donne“, terrorizzandole così tanto da spingerle tra le braccia di gente del calibro del ben noto assassino e abortista Kermit Gosnell.
Ciò è ovviamente falso e deciseamnte assurdo. Del resto, anche se per la Klabusich si tratta di un infamante guanto di sfida, stiamo parlando di nonne con rosari che offrono aiuto gratuito, pregano di non uccidere il bambino, non di farlo uccidere in macelleria, e non sono certo di folle urlanti armate di forconi che non fanno avvicinare le donne alle cliniche “legali”.

Ma qualcos’altro nel post ha catturato la mia attenzione, cioè l’altro logoro argomento liberale di discussione ripetuto pedissequamente dall’autrice: l’idea che le immagini delle vittime di aborto usate dagli attivisti pro-life siano realizzate con photoshop.
Ora, io ho personalmente stretto la mano di persone che hanno fatto molte delle fotografie di aborti che sono in circolazione, e pubblicando io stesso foto per professione, posso dire piuttosto tranquillamente che niente a proposito di queste foto pare impreciso o ritoccato. Tuttavia volevo sapere per quale motivo Katie pensasse che fossero modificate con photoshop, così ho chiesto ad un mio amico di domandarglielo attraverso i commenti sul suo blog.

La risposta della blogger tradiva un livello scioccante di ignoranza per quanto riguarda lo sviluppo fetale e la legge sull’aborto negli Stati Uniti. Ecco la sua risposta:
“Se guardi la foto di un supposto feto abortito, essa non è medicalmente precisa. Al punto legale di gestazione non ci dovrebbero essere i tratti del viso.”
Per un’attivista che è stata in televisione a parlare di questo argomento, sono sorpreso di un tale nonsenso. Scrive: “al punto legale di gestazione...”. Alt, alt, alt. Fermiamoci un momento. Che cos’è un “punto legale di gestazione”? Posso solo supporre che lei intenda il periodo durante la gravidanza in cui è legale eseguire aborti. Ma il fatto è che negli USA non c’è un “punto” durante la gravidanza, nel quale l’aborto diventi illegale; perfino negli Stati dove queste limitazioni esistono, c’è quasi sempre una “eccezione per la salute mentale” che permette che l’aborto venga eseguito, per una qualsiasi ragione, addirittura fino ad un secondo prima che il bambino venga partorito.
Comunque questo non c’entra, perchè gli embrioni sviluppano i tratti facciali sorprendentemente presto! E a sei settimane di vita, circa il tempo in cui viene eseguita la maggior parte degli aborti, già sfoggiano naso, occhi, guance, bocca e tutti i tratti di un viso umano.
Se non sai quando un bimbo sviluppa un volto, potresti non essere la persona più qualificata per decidere se le nostre foto sono state “aggiustate” oppure no, e molto meno ancora se dovremmo poter uccidere i bambini in esse raffigurati!

Le foto che usiamo alla Pro-Life Action League, e quelle usate dalla maggior parte dei gruppi che utilizzano o pubblicano queste fotografie, vengono certificate come medicalmente precise da specialisti. L’età, la fonte e qualunque altro dettaglio di cui siamo in possesso vengono pubblicati sulle foto stesse.
Il nostro messaggio è chiaro e noi salutiamo favorevolmente il controllo dei fatti. Chiunque voglia può cercare su internet un’immagine di un bambino non nato, dell’età gestazionale dei bimbi sulle nostre fotografie, e controllare la corrispondenza.
I pro-life si occupano di fatti, verificabili scientificamente. I sostenitori dell’aborto si occupano, necessariamente, di indeterminatezza ideologizzante, perchè il loro scopo è convincere le persone che ciò che è ovviamente e chiaramente un essere umano, non è un essere umano. Tutti i loro comuni termini retorici – “porzione di tessuto biologico” (per non dire bambino), “diritto di decidere”, “terminare volontariamente la gravidanza”, “prodotti del concepimento” – tentano di offuscare la questione.

Perchè si preoccupano di dire che le nostre immagini sono “taroccate”? Perchè le fotografie domandano una risposta. La gente, quando vede queste immagini, sa istintivamente che esse mostrano qualcosa di terribile. Se le nostre foto sono accurate, allora milioni di americani sono complici del crimine.
Donne che hanno abortito, fidanzati e mariti che hanno pagato per loro, padri che hanno portato le loro figlie all’appuntamento per l’aborto, amici che hanno detto loro che facevano bene, o semplicemente non hanno detto nulla, addirittura persone pro-life che non hanno fatto quel che potevano per combattere l’aborto – tutti noi portiamo parte della colpa.

Messe di fronte a questa realtà, le persone hanno bisogno o di fare qualcosa per fermare il male dell’aborto, oppure cercano di nascondere questo crimine. Così la Klabusich, e altri come lei, fanno come lo struzzo e mettono la testa sotto la sabbia, sperando che se insistono a dire che l’aborto non può essere così cattivo come le immagini mostrano, allora non lo sarà.

La prossima volta che sentirai l’affermazione che le fotografie sono modificate con photoshop, non t’arrabbiare e non metterti sulla difensiva. Non stanno attaccando te, stanno cercando di metabolizzare il trauma che quelle immagini procurano. Chiedi loro le prove di tale asserzione, e mettili di fronte ai fatti. E’ solo attraverso questo tipo di risposta, calma e ragionata, che otterremo ascolto da un mondo che darebbe qualunque cosa perchè noi avessimo torto sull’aborto.

Traduzione e adattamenti a cura di Roberto Marcante

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese

di Matt Yonke

banner loscriptorium

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.